Torna il broker, fuga per la vergogna
«Lo so, vi ho deluso: mi dispiace»

Torna il broker, fuga per la vergogna «Lo so, vi ho deluso: mi dispiace»
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Sabato 12 Novembre 2016, 05:35
ANCONA - Un mese e mezzo di assenza, vagando qua e là come un senza fissa dimora, in fuga dalla propria vergogna. È tornato a casa l’altra sera il promotore finanziario svanito il 27 settembre scorso dalla sua abitazione in un comune dell’hinterland anconetano e ieri mattina la moglie s’è presentata in caserma per ritirare la denuncia di scomparsa. I carabinieri non l’hanno ancora sentito per capire i motivi di questa lunga assenza (cellulare spento, nessun contatto con parenti e amici) che aveva alimentato timori non solo in famiglia, ma anche fra le decine di clienti che gli avevano affidato i risparmi.

A chi ha avuto modo di parlarci nelle prime ore dopo il ritorno, il broker avrebbe raccontato di essersi allontanato non per volontà di scappare con i soldi di altri, ma solo perché non se la sentiva ancora di dare spiegazioni ai suoi clienti, tra cui anche diversi amici d’infanzia, di certi investimenti andati male. Così aveva deciso di allontanarsi dalle Marche, vagando senza una metà precisa e dormendo dove capitava. Somme in contanti Intanto però molti degli investitori che da almeno vent’anni si fidavano di lui, al punto da affidargli anche grosse somme in contanti e cospicui assegni circolari, hanno esaurito la pazienza e sono andati dagli avvocati con l’intenzione di denunciarlo per truffa. Con l’assenza prolungata del broker infatti s’è diffuso come una febbre contagiosa il timore che dietro la fuga ci fosse un grosso ammanco.

Prima tutti si fidavano ciecamente di quel promotore serio e preparato, al punto da affidargli l’intera liquidazione o anche grossi risarcimenti per danni da incidente stradale. Benché il codice deontologico dell’associazione dei consulenti d’investimenti vieti agli iscritti di prendere dai clienti somme in contanti o con assegni trasferibili, ammettendo solo il versamento con assegni circolari nel conto corrente della banca d’appoggio, i soldi erano passati di mano sulla fiducia. Nel marzo scorso, il rapporto di fiducia tra il promoter e il suo folto parco clienti aveva mostrato le prime, vistose crepe. Uno degli investitori più facoltosi, che gli aveva affidato quasi due milioni di euro, s’era insospettito leggendo un prospetto in cui figuravano rendimenti per 40 mila euro. «Troppo», ha pensato, chiedendo una verifica diretta alla banca, da cui è emerso che il rendiconto era gonfiato. Un bluff che al promoter era costato una sospensione di tre mesi dall’albo dei consulenti d’investimento e la fine di ogni rapporto di collaborazione con la banca con cui lavorava.

Dopo la fuga del 27 settembre, decine di clienti sono stati presi dal panico. Qualcuno, andando a ripescare dai cassetti fogli excel con una contabilità riepilogativa, s’è accorto che forse erano prospetti standard stampati al computer. Uno dei più apprensivi era subito corso dai carabinieri, presentando una specie di denuncia “cautelativa” per capire dove fossero finiti i 50 mila euro consegnati al promotore. Un altro investitore, 140 mila consegnati al broker, ha raccolto le carte dei sui rapporti con il consulente d’investimenti e s’è diretto in uno studio legale, per far ricostruire a ritroso - con la collaborazione della banca - il filo del proprio denaro e gli esatti importi dei rendimenti. Erano solo le avanguardie, perché con il prolungarsi della fuga del promoter il numero di clienti intenzionati a fare denuncia è cresciuto di settimana in settimana.
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