I Soli splendono sul Porto antico
Inaugurata la fontana di Enzo Cucchi

I Soli splendono sul Porto antico Inaugurata la fontana di Enzo Cucchi
3 Minuti di Lettura
Venerdì 2 Giugno 2017, 13:35

ANCONA - Il sorriso sul viso di Enzo Cucchi è il segno della sua felicità a essere ad Ancona a inaugurare la sua fontana “dei due Soli”, proprio al Porto Antico, davanti al mare e a migliaia di persone. «Quella del mare è una presenza importante per me: fuga dai pensieri e liberazione del cervello». E riconosce a Rodolfo Giampieri il merito della tutela di questa area. «Una persona, con altre, molto motivata a valorizzare il porto, la memoria, la sua storia. Mi domando perché non sia stato fatto mai prima. Sono qui per lui e per le persone come lui». E per la città, alla quale dedica la sua fontana. «Non faccio mai niente per autocelebrarmi, non m’interessa. Era importante lasciare un segno con un oggetto che costituisse un luogo di sollievo, una pausa, un’oasi. Un segno di accoglienza».

Anche per questo, la fontana è accessibile a portatori di handicap. «Non è stato facile, ma la collaborazione, di coloro che mi hanno affiancato, paga». E non parla di ispirazione, anzi, la rinnega. «Non ci credo. Quando decidi di fare un’opera, devi porre attenzione all’ambiente, a quello che vedi, alla sua storia. Fai riposare un po’ l’immaginazione e prendi in considerazione tutti i segni che ti circondano, poi li organizzi in un’armonia, nella tua visione». La bellezza delle formelle che decorano la fontana? «Non sta a me dirlo! Io ho pensato a un’azione etica, prima che estetica. Anche la bellezza ha una sua etica, e questo andrebbe ripetuto in tutta Italia, per non sperperare le bellezze che la storia ci ha lasciato».
 

 

  Le telecamere che sorvegliano la fontana, indispensabili? «Che devo dire? Se penso agli scempi che vengono perpetrati ovunque, su opere ben più rilevanti della mia, mi rassegno». Affida questa sua creazione alla cittadinanza, tutta. Tredici cannelle, anche qui, come nella fontana storica. «Appunto, sulla stessa lunghezza d’onda di quel che la storia ci ha consegnato, con quel che è già accaduto». Si colloca, la sua opera, come terza creazione nel Porto Antico, in sequenza con l’Arco di Traiano, progettato da Apollodoro di Damasco, e con l’Arco Clementino, che porta la firma di Luigi Vanvitelli. «E spero che vengano altri segni, che questo sia l’inizio di una testimonianza artistica che continui nel tempo, con molto rispetto per la nobiltà e la natura del contesto».

Enzo Cucchi, nel momento in cui inaugura davanti al tramonto la sua opera anconetana, sembra aver trovato una nuova giovinezza, e riesce a scherzare su di sé. «Sarò anche un cuore gelato, ma attento, questo è importante. E ho cercato di sottrarre, piuttosto che aggiungere, anche rinunciando a qualcosa che il contesto mi suggeriva.
E sono stato affiancato da persone magnifiche, dall’architetto Marco Filipponi, alla realizzatrice delle maioliche, l’artigiana toscana Sarah Del Giudice, all’Ambrosi, di grande finezza costruttiva». Ecco Enzo Cucchi ritrovato, qui davanti al sole che tramonta sul porto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA