La pallacanestro piange Floriana, la signora del minibasket: aveva salvato e rilanciato il Cab Stamura

Floriana Freddari Albanelli con gli allenatori del minibasket
Floriana Freddari Albanelli con gli allenatori del minibasket
di Andrea Taffi
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Giovedì 11 Febbraio 2021, 07:35

ANCONA - Il basket giovanile anconetano perde un pilastro insostituibile: è morta lunedì mattina a 74 anni, Floriana Freddari Albanelli, una delle dirigenti storiche del Cab minibasket Stamura. Per capire chi era Floriana Freddari bisogna partire dal fondo e da un settore giovanile che, oggi, nel centro Italia ha pochi eguali: 700 ragazzi, 25 allenatori, preparatori atletici, medici, fisioterapisti, oltre 15 squadre e sponsor appassionati come Cantiere delle Marche. Un’organizzazione quasi militare, tanto è diventata capace di abbracciare.


Un esercito di ragazzi che negli ultimi 10 anni ha sfornato anche giocatori di livello internazionale (su tutti: Achille Polonara oggi in Eurolega al Vitoria, in Spagna, e l’azzurrino Alessandro Pajola fresco di rinnovo alla Segafredo Bologna) e altri giocatori che hanno avuto buone carriere nell’orizzonte nazionale tra cui Serpilli oggi alla Scavolini. Ma quando trent’anni fa tutto questo non c’era e il minibasket si riduceva a due pomeriggi a settimana al palaVeneto (per grazia ricevuta), Floriana e un pugno di altri dirigenti decisero che bisognava rischiare e dare maggiore respiro a questa attività nobile che rischiava di rimanere schiacciata sotto il peso delle traversie societarie della vecchia Stamura, poi fallita.

Da qui l’idea di sganciare la prima squadra dal settore giovanile (a tutt’oggi la prima squadra di Ancona che milita in serie B si chiama Campetto): così il vivaio si metteva per conto suo portandosi dietro l’effigie gloriosa di Stamura (o Stamira) con la fiaccola, emblema dell’eroina anconetana che nel XII secolo si scagliò contro le truppe di Federico I scatenando la reazione che liberò la città dall’assedio. «In oltre 30 anni, Floriana ha curato tutti questi ragazzi come se fossero figli suoi e non ne ha mai lasciato uno da solo in palestra. A costo di lasciare soli, i suoi, di figli» è stato il ricordo di Davide Paolini, presidente regionale della Federbasket durante il funerale che si è tenuto nella chiesa dei Servi. 
A sostenere il marito Massimo, i due figli Stefano e Corrado e i nipoti Ludovica ed Enrico (tutti, naturalmente, stamurini) svariate generazioni di cestisti anconetani.

Chi dentro la chiesa, chi fuori, silenziosi, distanziati, tutti con la schiena diritta e grati per aver ricevuto un’educazione sportiva prima che agonistica.

«Sono cresciuta con Floriana - ha detto un’amica - non mi sembra vero che non sia più qui. Invece, io sento la sua anima, è qui insieme a noi». Se non bastasse la testimonianza dei ragazzi e delle famiglie che l’hanno vista all’opera , come spesso accade sono gli avversari a misurare il valore di una statura. «Il fatto che tutte le società di Ancona - ha concluso ancora Davide Paolini - le abbiano tributato un grande saluto dà la cifra della persona che abbiamo perso. Ed è un peccato perché Floriana aveva ancora tanto da dare a tutti noi». Proprio vero.

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