Ha 100 anni ma non avrà il siero a casa: «Andrà al centro vaccinazioni». La denuncia della figlia

Ha 100 anni ma non avrà il siero a casa: «Andrà al centro vaccinazioni». La denuncia della figlia
Ha 100 anni ma non avrà il siero a casa: «Andrà al centro vaccinazioni». La denuncia della figlia
di Michele Rocchetti
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Venerdì 26 Marzo 2021, 02:45 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 21:03

ANCONA  - Prosegue a ritmi serrati la campagna vaccinale contro il Covid 19 nei centri allestiti dall’Asur, tra cui figura l’impianto sportivo Paolinelli di Ancona, dove continuano ad essere accolti gli over 80 che devono ricevere la seconda dose di Pfizer o la prima di Astra Zeneca. Centri dove però, nonostante gli sforzi dell’Azienda sanitaria, che ha aumentato il numero di tavoli presso cui viene fatta l’anamnesi preliminare, i tempi di attesa si sono allungati. E questo non rende certo felici persone parecchio su con l’età e con diversi acciacchi, per le quali stare sedute per ore su una sedia risulta piuttosto pesante. Alcune di loro avevano dunque sperato di poter usufruire della vaccinazioni a domicilio o di quelle effettuate in ambulatorio dai medici di base. 

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Ma questi servizi non sono così facili da ottenere, non tanto per colpa dei dottori, quanto per la mancata distribuzione di sufficienti dosi di vaccino. «Mia madre, se Dio vuole, compirà 100 anni il prossimo settembre – fa sapere la signora Maurizia Antonini, 70 anni compiuti a dicembre, anconetana come la mamma -.

E il vaccino? Boh, Ho fatto la richiesta per farlo a domicilio, ma tutto tace. Allora mi sono adoperata per condurre mia madre in un centro vaccinale. Prenotazione fissata per l’11 aprile. Con la conseguenza di dover portare una donna di questa età fuori casa in un periodo ancora freddo, con tempi di attesa ignoti. E il dubbio su quale vaccino le faranno».


Una spiegazione per la mancata risposta alla richiesta di vaccinazione a domicilio potrebbe essere che l’Asur ha consegnato le liste dei pazienti che ne hanno fatto domanda ai medici di base, probabilmente perché l’organizzazione di questo servizio crea grosse difficoltà, ma questi riescono ad intervenire solo in pochissimi casi, in quanto al momento la fornitura di vaccini loro destinati è minima. «Lunedì, per il giorno del debutto, avevamo a disposizione un flacone a testa di Astra Zeneca, corrispondente a 12 dosi - riferisce Massimo Magi, segretario regionale Fimmg -. Nel giro di due ore l’avevo finto, con nove dosi somministrate in ambulatorio e tre a domicilio». La nuova fornitura è arrivata mercoledì: un flacone di Astra Zeneca e uno di Moderna, per un totale di 22 dosi. La prossima è attesa per la settimana che viene. 


«Spero ce ne diano almeno il doppio – si augura Magi -, perché andare avanti così non ha senso. Nelle Marche ci sono a disposizione oltre mille medici di base, che potrebbero davvero far fare un salto di qualità alla campagna, e non li si dota degli strumenti necessari. È come avere una Ferrari e farla andare a trenta all’ora. Se si è scelta la via della vaccinazione multicanale, che oltre ai centri vaccinali utilizza anche le farmacie e i medici di base, questi ultimi devono essere messi in grado di lavorare a pieno regime, altrimenti l’obiettivo non si raggiunge».

Certo, con 10 flaconi a settimana il lavoro si farebbe complesso, perché le vaccinazioni sono qualcosa di extra rispetto al nomale orario di ambulatorio, ma i medici non si tirerebbero in dietro perché così si potrebbe dare risposta alle tantissime richieste che stanno arrivando. «Per ora stiamo eseguendo le iniezioni solo sugli over 80, sui disabili, sui docenti, sulle forze dell’ordine e sul personale sanitario - dice Magi -, ma avendo poche dosi dobbiamo comunque fare una scelta, dando priorità a chi è nelle condizioni di sviluppare una malattia più grave». Per quanto invece riguarda le vaccinazioni a domicilio, possono essere chieste dagli allettati, ma anche da chi ha problemi di deambulazione o non ha nessuno che possa accompagnarlo in ambulatorio.

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