ANCONA - Non tutto subito. Gli Ospedali Riuniti tornano a dilatare il perimetro del piano pandemico. Dopo la cabina di regia di lunedì in Regione e il vertice dell’unità di crisi, martedì a Torrette, i numeri prendono corpo e sostituiscono congetture e ipotesi. La palazzina di malattie infettive verrà convertita alla cura del Covid, tutti i 40 letti, tra clinica e divisione. La logica del passaggio successivo è più di concentrazione che d’incremento.
Della serie: saranno raccolti in 2R, il reparto dove sono stati attivati i 32 nuovi posti di terapia intesiva, i nove letti di rianimazione e gli altrettanti di semintensiva. Un criterio d’accentramento che s’è reso necessario per stabilire percorsi netti e separati per i contagiati. Per non tornare a “sporcare” le corsie.
Il bando
La prima mossa sullo scacchiere pandemico avverrà entro la fine della settimana e riguarderà la totale mutazione dei due reparti governati da Andrea Giacometti e da Marcello Tavio. Malattie infettive. Subito dopo l’azione passerà alla fase “tutti in 2R”. In questo caso la criticità resta legata al fattore umano. Tradotto: il personale specializzato. Per contenere il danno, agli Ospedali Riuniti è ancora aperto, e lo sarà per altri dieci giorni, un bando per infermieri. Un passo che, tuttavia, non sarà risolutivo, poiché tra i tempi di scadenza e quelli per la messa in pratica trascorrerà poco meno di un mese. Un’attesa che mal si concilia con gli allarmi, incalzanti, di aumento contagi e ricoveri. Una previsione che stride con la sentenza dell’Osservatorio Epidemiologico regionale: l’incremento dei positivi riguarda soprattutto la provincia di Ancona, 283 casi solo ieri. Il rischio concreto torna a essere quello di dover frenare l’attività chirurgica che, con il Coronavirus, condivide le stesse esigenze di professionalità e di competenze.
I numeri
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