Le luci si spengono alle 5,10, Ancona al buio per la crisi: «Pericoli in strada»

Le luci si spengono alle 5,10, Ancona al buio per la crisi: «Pericoli in strada»
Le luci si spengono alle 5,10, Ancona al buio per la crisi: «Pericoli in strada»
di Stefano Rispoli
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Martedì 30 Agosto 2022, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 18:19

ANCONA -   Ore 5,10: il buio inghiotte la città. C’è chi illumina la strada con la torcia del cellulare, chi si affida alle insegne acese dei negozi. Pupille sgranate, alla ricerca di un bagliore, di una luce. Ogni mattina è così: l’oscurità prima dell’alba. Uno scenario da day after di cui molti anconetani non si accorgono perché sono sotto le lenzuola, ma là fuori c’è tutto un popolo di lavoratori che a quell’ora è già sveglio e pimpante perché si appresta ad andare al lavoro.

Fornai, baristi, pasticceri, operai, dipendenti dei cantieri navali sono costretti a guardarsi attorno con mille occhi per evitare le trappole delle tenebre. 

La decisione 

«Da qualche parte dobbiamo pur cominciare», ha detto l’assessore al Bilancio, Ida Simonella, costretta a fare i conti con un quadro economico che non torna più a causa delle mega-bollette gonfiate dalla crisi energetica.

La decisione immediata, presa a inizio mese dalla Giunta, è stata quella di spegnere in anticipo i lampioni, un’ora e 20 minuti prima dell’alba. E il prossimo passo potrebbe essere lo spegnimento dei monumenti e dei luoghi-simbolo (come il monumento del Passetto). Primi segnali per ricavare risorse con cui fronteggiare l’emergenza che andrà ad incidere per almeno 3 milioni sulle casse del Comune. Ma ora piovono le proteste di chi si alza al mattino presto ed è costretto ad andare al lavoro nel buio più totale. «Alle 5,10 la città si spegne - dice Valentina Pavani, dipendente del Corner Caffè di piazza Ugo Bassi -. Quando arrivo al Piano e scendo dall’autobus, cammino con la torcia del cellulare per farmi strada: non si vede niente. Poi mi chiudo a chiave nel bar perché sinceramente a quell’ora non si sa che gente gira». 

I pericoli 

Enrico Lombardi, fornaio delle Grazie, ha il punto vendita proprio nei pressi della rampa d’uscita dall’asse nord-sud. «Quello è un punto pericolosissimo e tenerlo al buio è un rischio - dice -. Appena si spengono i lampioni, accendo la mia insegna in modo da far luce sulla zona. Io concordo con la scelta di risparmiare, ma certi punti andrebbero illuminati perché sono troppo pericolosi. Penso anche agli operati che alle 5 vanno a lavorare alla Fincantieri, molti si spostano in bici o sui monopattini: il rischio che vengano investiti da un’auto è concreto». Francesco Gabbianelli, ideatore della pagina Facebook “Meteo Gabbia Ancona”, ha pubblicato un video dal Monumento del Passetto per riprendere la città che, alle 5 e 10 in punto, si spegne. «Girare con l’auto in quelle condizioni è surreale e pericoloso - dice -. Ci sono tanti lavoratori che circolano per le strade completamente al buio, tra cui moltissimi operai del cantiere navale». I commenti si sprecano. «Vedrai quanti furti ci saranno», scrive Silvia. «La mia paura sono le aggressioni alle donne», teme Cinzia. Alessandro, lettore del Corriere Adriatico, segnala che «le strisce pedonali sono completamente oscurate e non visibili e attraversare è un terno al lotto : ogni volta si rischia di essere investiti da qualche auto, bus o camion». Il comitato Ankon Nostra rilancia una proposta: tenere acceso un lampione sì e uno no. «Quale ratio è stata usata? - si chiede il presidente Daniele Ballanti -. Da alcune settimane sono comparse luci inutili sulle mura di via XXIX Settembre e a terra in piazza del Crocifisso, ma siccome la prima corsa inizia alle 5, molti lavoratori aspettano per strada i bus o prendono la bici o vanno a piedi, in pieno buio e con scarsa sicurezza. Proponiamo di passare dal buio totale di un’ora e 20 minuti a una riduzione del 50% per un periodo di 2 ore e 40 minuti, ad esempio dalle 2 alle 4,40, spegnendo un lampione sì e uno no e raddoppiando la durata del risparmio». 

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