ANCONA Quasi il 70% dei 99 seggi dorici (68, per la precisione) ha visto arrivare prima la coalizione del centrodestra. In 28 a spuntarla è stato invece il centrosinistra. Tre, infine, i casi in cui è finita pari e patta. L’immagine plastica del voto nelle sezioni cittadine restituisce l’andamento del primo turno delle Amministrative doriche. Un ribaltamento totale rispetto ai risultati a cui è stata abituata per decadi la roccaforte rossa delle Marche. Il candidato Daniele Silvetti dilaga nelle frazioni e nelle periferie, ma assesta ottimi piazzamenti anche nel centro città, agli Archi e al Piano, quartieri storicamente schierati uniti e compatti con il centrosinistra.
La mappa
L’assessora al Bilancio uscente Ida Simonella, invece, domina a Tavernelle (seggi alla scuola Marconi e Maggini) e riesce a piazzare la propria bandierina a Brecce Bianche, Collemarino e Paterno.
Gli apparentamenti
Poi c’è il risicato 3,6% ottenuto da Enrico Sparapani e da un Movimento 5 Stelle ridotto ai minimi storici in città, il 2,1% di Marco Battino e l’1,6% del verde Roberto Rubegni. «Abbiamo più temi in comune con loro noi del centrosinistra: dalla metropolitana di superficie alla stazione marittima, passando per lo spostamento dei traghetti dal porto antico». Un bacino di voti a cui guarda anche Simonella, pronta a dare battaglia per recuperare un gap non così incolmabile. «Cercherò di riconfermare i voti presi al primo turno e di convincere quei quartieri in cui l’astensionismo ha fatto registrare percentuali molto elevate. Abbiamo tenuto in tante sezioni, anche quelle apparentemente non favorevoli: dobbiamo fare in modo che il perimetro di centrosinistra resti quello maggioritario in città». L’atto finale della partita di Risiko per la città di Ancona è cominciato. Fuoco alle polveri.