ANCONA - Si sono abbracciate e hanno pianto insieme quando hanno letto che la polizia aveva finalmente preso due dei picchiatori seriali. Ma quando hanno realizzato che la loro punizione sarà una denuncia (l’ennesima) e un provvedimento troppo soft, la delusione ha cancellato il sorriso. «Sono una mamma arrabbiata e disperata», si agita al telefono la madre di Angelica (nome di fantasia), la 18enne che da due anni non esce più di casa per paura di incrociare lo sguardo torvo dei suoi aguzzini. La sua colpa? Aver denunciato la duplice aggressione subita da lei e dal fidanzato, coetaneo, per essersi ribellati alla legge del branco.
La prima, durante la Notte Bianca del porto antico del 7 settembre 2019, quando la banda di balordi (11 maschi tra 15 e 18 anni) assalirono Claudio (altro nome di fantasia) rompendogli le costole. La seconda, il 30 maggio 2020 in piazza del Papa, dove i due fidanzatini e i loro amici furono riconosciuti e aggrediti da alcuni bulli della baby gang a cinghiate e bottigliate: Angelica ne uscì con due polsi rotti e un menisco lesionato, per il quale si è dovuta operare due volte. «Ancora zoppica, non si è più ripresa», racconta la mamma che ricorda anche un terzo faccia a faccia da brividi, per fortuna senza conseguenze, avvenuto tra la figlia e uno dei bulli l’inverno scorso in un locale del porto. «L’ha riconosciuta, voleva fargliela pagare: un signore l’ha difesa e le ha permesso di scappare».
Non è più vivere, questo. «I giudici mi devono spiegare cosa dovrei rispondere a mia figlia, quando mi chiede: mamma, perché non posso fare come tutte le mie amiche che vanno a passeggio per il corso con il proprio ragazzo?».
Com’è successo sabato sera in piazza del Papa, dove tre dei bad boys che hanno rovinato la vita ad Angelica e Claudio, più un quarto complice, hanno sfidato e preso a pugni 4 giovani foggiani che si erano ritrovati per l’addio al celibato di uno di loro. Le telecamere hanno ripreso tutto: la Squadra Mobile li ha riconosciuti. Per loro, una denuncia a piede libero che si somma alle precedenti (accumulate quando erano minorenni) per le quali rischiano un processo per lesioni aggravate, minacce e percosse. Ha sete di giustizia, la mamma di Angelica. «Non voglio soldi, semmai dovessi ricevere un risarcimento - si dispera -. Voglio solo che questi bulli vengano puniti, che mia figlia torni a vivere la sua vita e che nessuno minimizzi: Ancona è in mano alle baby gang. Il prefetto, il questore, le istituzioni devono dare un segnale: quando li fermeranno, quando ammazzeranno qualcuno?».