«Ohibò, ma quello non è un echidna dal becco lungo?». Sì, lo è, e si può immaginare l'emozione degli etologi che da decenni erano sulle sue tracce sfidando anche, come è capitato all'equipe di James Kempton, biologo dell'Università di Oxford, scosse di terremoto, attacchi di malaria e l'insidia di sanguisughe che si ancorano con piccoli uncini ai bulbi oculari. Un inferno la foresta pluviale dell'Indonesia che ha protetto dal'inizio del secolo scorso gli ultimi esemplari di un mammifero oviparo che si ritiene esistente già nel Cretaceo superiore, 65 milioni di anni fa, insieme agli ultimi dinosauri. Una notizia, questa clamorosa scoperta di un "fossile vivente", che ha fatto felici sia Sir David Attenborough sia le popolazioni indigene della Papua nordorientale.