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Martedì 25 Luglio 2023, 09:36 - Ultimo aggiornamento: 10 Agosto, 17:45 | 3 Minuti di Lettura

Moncaro, tanti vini per vere emozioni

MONTECAROTTO Ben 1.300 ettari vitati e 10 milioni di bottiglie prodotte ogni anno: bastano questi numeri per avere subito consapevolezza di trovarsi al cospetto di una grande cantina: Moncaro, la più grande cantina di tutte le Marche. Il suo nome denota il forte legame con il territorio, derivato proprio dalla contrazione di Montecarotto, uno dei Castelli di Jesi.

La bottaia

Doriano Marchetti, presidente e Ceo dell’azienda, e Giuliano D’Ignazi, enologo capo, nonché presidente di Assoenologi Marche, ci guidano alla scoperta dell’area produttiva, fino a giungere al ristorante Erard. Qui si trova la bottaia che ospita anche le pupitre su cui sono adagiate le preziose bottiglie di “Madreperla”, l’elegante metodo classico di verdicchio, affinato oltre 5 anni sui lieviti. Una bollicina straordinaria per intensità olfattiva e finezza gustativa: questo è ciò che ci regala il Brut del 2017. Questa è, però, solo una delle eccellenze dell’azienda, la cui offerta, a dir poco variegata, spazia dalla birra di verdicchio fino al brandy, anch’esso ottenuto dalle uve del vitigno simbolo di questa zona delle Marche, nonché di tutta la regione.

Le perle

Tra le tante perle enologiche dell’azienda, eccone alcune che non dovreste perdervi... A cominciare da “Atavico”, Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Classico Superiore Biologico del 2021. Un vino nato da un progetto (condiviso anche la cantina Belisario, nella zona di Matelica) avviato nel 2013, in collaborazione con il presidente mondiale degli enologi Riccardo Cotarella. La sua particolarità è quella di avere una quantità finale di solfiti inferiore a 10 mg/l, il che gli consente di essere etichettato come vino senza solfiti. Giallo tendente al dorato il colore, con intriganti aromi che richiamano il caramello ed il mondo balsamico. Potente ed elegante in bocca. Imperdibile è anche il Verdicchio Docg “Vigna Novali”, in un bel confronto tra le annate 2008 e 2018. Le uve provengono da un unico vigneto, situato tra i 300 ed i 350 metri di altitudine, con una resa di 70 q/ha; sulle uve, raccolte tardivamente, e quindi in parte surmature, si sviluppa la muffa nobile. 18 mesi di affinamento sulle fecce fini per l’annata 2018 e 8/9 per la 2008, ma per entrambe le annate, un tocco di barrique che contribuisce alla longevità del prodotto finito. Giallo paglierino il 2018, giallo dorato il 2008. Note balsamiche che evolvono verso l’idrocarburo nella 2008, dove si percepisce anche un pizzico d’anice. Bocca piena e persistente, con una freschezza che varia col passare degli anni, ma si mantiene sempre caratteristica del verdicchio.

Il calore di Nerone

Chiudiamo questo meraviglioso viaggio con il calore di “Nerone”, Conero Docg Riserva 2017. Un nettare scuro ed impenetrabile, ottenuto da uve montepulciano provenienti dal Conero, in parte raccolte tardivamente ed in parte lasciate appassire su graticci per sei settimane. I 15 mesi di affinamento in barrique ci regalano un vino che è un trionfo di profumi: dalla ciliegia sotto spirito, al cacao, alla liquirizia... Sapido, vellutato, persistente, elegante. Meravigliosa sintesi di ciò che questa grande cantina può regalare a tutti i cultori del buon vino.

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