Pignoramenti e lavoratori in fuga: Moderna (braccio operativo di Moncaro) ko. Vendemmia a rischio

Pignoramenti e lavoratori in fuga: Moderna (braccio operativo di Moncaro) ko. Vendemmia a rischio
Pignoramenti e lavoratori in fuga: Moderna (braccio operativo di Moncaro) ko. Vendemmia a rischio
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Mercoledì 13 Marzo 2024, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 14 Marzo, 07:38

MONTECAROTTO Dietro la vicenda della cooperativa “Terre Cortesi Moncaro” ci sono le storie e il futuro di tante persone. Quelle dei suoi dipendenti, dei lavoratori in filiera, di centinaia di viticoltori soci che hanno affidato alla più grande cooperativa cantina delle Marche la trasformazione e la commercializzazione delle loro uve. Intanto per Moderna, braccio operativo della Moncaro, siamo in una settimana decisiva. Piovono i pignoramenti (almeno di due trattori) e le diffide. I 45 dipendenti, da ottobre, non ricevono gli stipendi e vantano un credito complessivo di almeno 250mila euro. All’inizio, in tanti hanno chiesto il dovuto con solleciti bonari, alcuni sono poi passati alle diffide e in diversi hanno cambiato datore di lavoro. Chi è rimasto ha scelto di incrociare le braccia.

Il ribaltone

Ma da quando è cambiato il presidente alla Moncaro sembra che abbiano perso speranza e quasi tutti si sono affidati ad avvocati. «Eravamo preoccupati, ma non più di tanto.

Era normale che la paga arrivasse in ritardo. Il via lo dava il presidente della Moncaro e poi, Rossano Landi, l’amministratore di Moderna, aveva garantito un piano di rientro». Piano che si traduceva in tre pagamenti entro maggio 2024, corredato dal seguente messaggio: «Cari amici, compagni, dipendenti, capisco il vostro disagio e la sfiducia nei nostri confronti dopo tante parole dette e non mantenute. Ma credeteci: dopo un’annata del genere, ce la stiamo mettendo tutta per ripristinare una situazione accettabile da parte di Moncaro e Moderna. Vi prego di continuare a credere in questa azienda che deve ritornare a essere un punto di riferimento importante per il nostro territorio». Un’enfasi giustificata. La Moderna è il braccio operativo della "Terre Cortesi-Moncaro".

Finora ha curato i suoi 120 ettari di vigneti di proprietà e altri 100 ettari affittati da Moderna a soci anziani o ad aziende agricole che, in nome della multifunzionalità, hanno conservato le viti delegando la cura e la consegna dell’uva alla Moncaro. Cooperativa oggi ferma nei lavori. Il che preoccupa il comparto. Innanzitutto, perché la Cooperativa di Montecarotto vorrebbe affidare la cura dei terreni ad altre imprese che, tuttavia, prima di mettere un piede nei filari (con lavoratori stranieri), vogliono i pagamenti anticipati. «Con le temperature alte di quest’inverno - si lamenta un viticoltore socio - i giorni per potare sono rimasti 10 al massimo 15. Se non si pota ci giochiamo tutti la vendemmia 2024». Parla ma anche lui in forma anonima. «Mi devono 15mila euro – confessa – ma non posso lamentarmi. Non mi sono mai presentato in assemblea e non ho mai contestato le loro decisioni». Come quella di acquistare nel 2022 all’asta per 2,3 milioni, 50 ettari a San Marcello, ex proprietà di Fazi-Battaglia; o di creare la controllata Terre d’Abruzzo per acquistare la cantina Villa Medoro per 8,75 milioni.

Il nodo dell’occupazione

Anche alla Moncaro - e non solo alla Moderna - sul piano occupazionale, fino alla scorsa settimana non tutto andava liscio. «Adesso - spiega il responsabile Cgil dei lavoratori dell’agroalimentare (Flai), Paolo Grossi – tutto è risolto. Dal primo marzo, il nuovo cda di Moncaro ha rispettato tutti gli accordi sindacali pattuiti a gennaio. Tutti i dipendenti a contratto indeterminato e determinato stanno ricevendo le retribuzioni ma non è stato sempre così con l’ex presidente Doriano Marchetti». A febbraio hanno ricevuto gennaio, entro marzo avranno la mensilità di febbraio. Il che spiega «la sincera gratitudine al responsabile Grossi» espressa dalla neo presidente Donatella Manetti in una nota del 5 marzo «per il sostegno dimostrato in rappresentanza dei lavoratori».

È da questo incontro che è scaturita la decisione del nuovo cda di onorare gli impegni e, da quel momento, ha potuto «smentire ogni indiscrezione su possibili rischi occupazionali». La Flai Cgil, intanto, si mette a disposizione della Moderna”. «Prendo l’impegno - afferma Grossi - di organizzare con i lavoratori disponibili una riunione per provare a capire cosa sta succedendo. Per questa ragione faccio un appello anche alla dirigenza della Moncaro affinché si faccia il possibile per aiutare i dipendenti della Moderna, con una soluzione che porti al recupero delle mensilità non corrisposte anche per loro». E proprio per discutere di questo aspetto, la Moncaro ha convocato l’amministratore della Moderna entro la fine di questa settimana. Ma intanto i lavoratori non ci sono e la vendemmia è a rischio.

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