Moderna, l’ira dei dipendenti: «Moncaro ci vuole svuotare»

Moderna, l’ira dei dipendenti: «Moncaro ci vuole svuotare»
Moderna, l’ira dei dipendenti: «Moncaro ci vuole svuotare»
di Véronique Angeletti
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Giovedì 21 Marzo 2024, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 15:29

MONTECAROTTO Sono arrabbiati i lavoratori della Agricola Moderna di Castelplanio, la cooperativa che si occupa di 240 ettari di vigneti che alimentano di uve verdicchio (e non solo) la Cooperativa Terre Cortesi Moncaro. Anzi, furiosi. Ieri si sono presentati in gran numero alle Busche, a Montecarotto, convocati dalla Cooperativa vitivinicola per sentirsi dire dalla neo presidente Donatella Manetti e dal suo vice Lorenzo Gobbi «che tutti gli impegni economici di Moncaro verso la Moderna sono stati da tempo onorati» e che «la Moncaro si rende disponibile a mediare con il presidente del cda di Moderna».

E ancora: «I lavoratori possono vedersi riconosciute le spettanze dovute» e «trovare la migliore soluzione che consenta a Moncaro di intervenire sui terreni affittati a Moderna e, avvalendosi della medesima manodopera, di procedere alle operazioni agronomiche nei vigneti».

Il tutto «nello spirito mutualistico del mondo cooperativo e nella sensibilità che Moncaro ripone verso l’intera filiera produttiva, il territorio ed i lavoratori coinvolti».

Le voci

In sostanza, sintetizza un lavoratore, «in assenza dell’amministratore della nostra cooperativa, Rossano Landi, che non hanno convocato, ci hanno detto che i terreni devono passare nel loro portfolio e, addirittura davanti al sindacalista della Cgil, che noi dobbiamo fare uno sforzo ma non sappiamo per che cosa». Della serie: ci sono incontri che peggiorano le cose. E ciò in presenza del presidente della Cia Marche, di un rappresentante di Legacoop e della Flai-Cgil. Difficile ricucire lo strappo. Anche perché si sono presentati in una trentina con in tasca un etto di fiducia.

«Perché - spiega una lavoratrice - ci aspettavamo una proposta concreta. Dopo tutto chi ci ha convocato è stato da sempre nel cda di Moncaro e sa come funzionavano gli anticipi alla Moderna, necessari per i nostri stipendi. Quindi, non c’era bisogno di spiegare nulla». Ma sono ripartiti senza speranza: «Alla fine hanno parlato di svuotare la Moderna e spiegato che forse si sarebbe costituito un terzo soggetto». A questo punto, la palla ritorna all’ad Landi, che dovrà chiarire ai suoi dipendenti l’entità della posizione debitoria della Moderna nei confronti della Moncaro e la natura degli accordi che, da 20 anni, legavano la cooperativa degli esperti potatori e la cooperativa che trasforma le uve e commercializza il vino.

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