MONTECAROTTO Un gigante dai piedi di argilla, Terre Cortesi Moncaro. È bastato un cambio burrascoso ai vertici del Cda, con tanto di chiamata ai carabinieri della nuova socia di capitale abruzzese, per far emergere le difficoltà di bilancio (soprattutto finanziarie) della prima cooperativa vitivinicola delle Marche.
Azienda riferimento per il settore
Un’azienda che per molti aspetti è un punto di riferimento per l’intero settore.
Il palmares
Proprio questo palmares di primo piano ha spinto Ismea, l’istituto di Servizi per il mercato agricolo alimentare, a firmare con Terre Cortesi Moncaro un accordo di investimento per 2,4 milioni di euro, presentato nell’aprile 2023 nella ribalta internazionale del Salone Vinitaly di Verona. L’investimento, sotto forma di strumento finanziario partecipativo, aveva l’obiettivo di «sostenere, unitamente a risorse finanziarie private - spiegava l’ente pubblico economico -, lo sviluppo della cooperativa attraverso accordi di partnership finalizzati ad ampliare la gamma di vini prodotti e commercializzati, introducendo nuove produzioni di qualità già riconosciute e apprezzate dal mercato, tra cui i vini di Abruzzo e Sicilia». Sostegno che Moncaro ha concretizzato acquistando la cantina di Villa Medoro in Abruzzo per 8,75 milioni tramite la controllata Terre d’Abruzzo srl con un capitale di 1,25 milioni. Un investimento che non riuscirà, nonostante l’iniezione di risorse, a mettere al sicuro un bilancio già gravato da tanti debiti. Verso le banche (19,5 milioni), fornitori (7,8) e verso i soci con quasi 3 milioni di prestiti sociali.
Moncaro è anche la prima cantina ad aver investito nell’agricoltura biologica e ogni anno dedica alla R&S il 3% del fatturato. È l’azienda che privilegia le collaborazioni con le maggiori università e i centri di ricerca. «Perché – sostiene - mira a diffondere nelle Marche una cultura dell’innovazione». Il che la pone come capofila regionale nella ricerca agronomica ed enologica. Di fatto, nel quadro del progetto denominato “Nuove tecnologie per il Food Wine del Made in Italy” sostenuto dal Ministero dello Sviluppo Economico e anche dalla Regione Marche, la cooperativa (che si è impegnata a investire oltre 7 milioni di risorse proprie per adeguare le cantine di Montecarotto, Camerano e Acquaviva Picena) coordina un progetto di 15,7 milioni per un’innovativa linea pilota per la produzione vitivinicola. Spazia dalla sperimentazione di processi flessibili, per incrementare l’efficienza produttiva all'introduzione di un registro digitale per la tracciabilità dei prodotti e la protezione da frodi.
Il recupero di C02
Introduce perfino tecnologie 4.0 per la riduzione degli scarti e il riutilizzo delle materie prime. Recupera ed utilizza l’anidride carbonica della fermentazione del mosto sia nel processo produttivo, sia per produrre alghe usate come fertilizzante in vigna. Infine, per mitigare gli effetti del cambiamento climatico sulle produzioni sta testando delle tecniche di conduzione per contrastare lo stress idrico e gli eccessi termici ed evitare perdite di produzione. Ma intanto, i debiti, hanno zavorrato i progetti di agricoltura del futuro.