Ravenna, caccia alla CO2: progetto Eni e Snam per convertire i giacimenti di gas dell’Adriatico in siti di stoccaggio dell’anidride carbonica

Salvatore Giammetti, a capo della divisione Carbon Capture di Eni: «L’area ideale, al centro di un sistema logistico eccellente»

Ravenna, caccia alla CO2: progetto Eni e Snam per convertire i giacimenti di gas dell’Adriatico in siti di stoccaggio dell’anidride carbonica
di Francesco Bisozzi
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Mercoledì 15 Novembre 2023, 14:22 - Ultimo aggiornamento: 16 Novembre, 07:44

Oggi Ravenna è sempre più al centro dello sviluppo energetico del Paese.

Qui Eni e Snam stanno portando avanti lo sviluppo del progetto Ravenna CCS, che andrà a decarbonizzare attività industriali, anche internazionali, convertendo i giacimenti di gas esauriti nel mare Adriatico in siti di stoccaggio geologico permanente per la CO2. Per il Cane a sei zampe la cattura e lo stoccaggio della CO2 avrà un ruolo di primaria importanza nella transizione energetica, in particolare per evitare le emissioni delle industrie “hard to abate”. La CCS è diventata infatti un processo fondamentale nel percorso di decarbonizzazione dei settori industriali. Al punto che l’Ipcc, il gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite, nel rapporto 2023 ha definito la CCS una tecnologia imprescindibile per centrare gli obiettivi climatici globali. Più nel dettaglio, la significativa capacità di stoccaggio complessiva dei giacimenti di gas esauriti offshore nel mare Adriatico, parliamo di oltre 500 milioni di tonnellate, farà di Ravenna CCS l’hub di riferimento nel Mediterraneo.

LE FASI

Così Salvatore Giammetti, a capo della divisione Carbon Capture, Utilization and Storage di Eni: «Ravenna è il luogo ideale per l’avvio del primo progetto CCS in Italia, considerati i numerosi giacimenti a gas esauriti o in via di esaurimento di Eni davanti alla costa, che alla fine della vita produttiva possono essere convertiti in tempi rapidi e in modo sicuro in siti di stoccaggio di CO2». Non solo. «L’area – aggiunge Giammetti – figura tra i principali hub del sistema italiano di trasporto del gas ed è al centro di un sistema logistico e infrastrutturale eccellente, con connessioni portuali, stradali e ferroviarie». L’avvio della fase 1 è previsto per l’inizio del prossimo anno con l’iniezione ai fini dello stoccaggio permanente di 25 mila tonnellate all’anno di CO2, catturate dall’impianto di gas di Casal Borsetti di Eni.

La fase 2 verrà avviata invece entro il 2026 e raggiungerà una capacità di stoccaggio di 4 milioni di tonnellate all’anno entro il 2030. Infine, ulteriori espansioni potranno portare i volumi fino a 16 milioni di tonnellate di CO2 all’anno.

Salvatore Giammetti

«I tavoli bilaterali che abbiamo avviato con le realtà industriali “hard to abate” – spiega Piero Ercoli in qualità di direttore esecutivo della Decarbonization Unit di Snam – stanno evidenziando un crescente interesse del tessuto produttivo verso la CCS, e questo ci incoraggia a proseguire lungo la strada intrapresa, convinti che l’adozione di una logica industriale, congiuntamente a un quadro normativo chiaro, siano i principali fattori che permetteranno al progetto stesso di incidere con efficacia nella complessa traiettoria di decarbonizzazione verso un futuro a zero emissioni».

Piero Ercoli

Per Snam, che abiliterà il progetto realizzando e gestendo le infrastrutture con cui trasportare la CO2, Ravenna si conferma un polo strategico, lungo il quale transiterà anche il corridoio dell’idrogeno verde proveniente dal Nord Africa. Sempre a Ravenna, alla fine dell’anno prossimo, entrerà in esercizio la nuova nave rigassificatrice BW Singapore. Sul sito web Ravenna CCS Hub viene illustrato nei particolari il progetto di cattura e stoccaggio della CO2 al largo della costa ravennate per immagazzinare nei campi a gas esauriti le emissioni dei distretti industriali. Il progetto Ravenna CCS, inoltre, favorirà la creazione di una filiera nazionale ad alto contenuto tecnologico nel settore della decarbonizzazione, dato in forte espansione nei prossimi decenni in Europa e nel mondo. Il progetto permetterà di garantire la competitività del sistema Italia e di promuovere una filiera in grado di rilanciare l’economia, valorizzando le competenze e capacità realizzative locali e più in generale del Paese. Dal punto di vista occupazionale, poi, il progetto porterà alla creazione di un importante numero di nuovi posti di lavoro, diretti e indiretti.

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