Tutta la carica di Andrea Mosconi: «La mia Fermana deve crederci, salvarsi non è utopia»

Tutta la carica di Andrea Mosconi: «La mia Fermana deve crederci, salvarsi non è utopia»
Tutta la carica di Andrea Mosconi: «La mia Fermana deve crederci, salvarsi non è utopia»
di Lorenzo Attorresi
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Giovedì 14 Marzo 2024, 02:55 - Ultimo aggiornamento: 15 Marzo, 08:23

FERMO «Ringraziamo mister Stefano Protti per il lavoro svolto, purtroppo non sempre le cose vanno come si vorrebbe. Adesso c’è Andrea Mosconi, l’elemento giusto per rincorrere la salvezza». Parole e musica del presidente Umberto Simoni, accompagnato dal ds Massimo Andreatini, per presentare il nuovo tecnico della Fermana. “Mosco” ha esordito lo scorso weekend con un pari al cospetto del Pineto, e domenica prossima con il Sestri Levante si giocherà un pezzo importante. «Dobbiamo dimostrare il nostro valore, mostrandoci dei leoni feriti - ha caricato l’ambiente l’ex tecnico di Fano e Campobasso durante la conferenza stampa organizzata ad hoc nella sala Mario Rossetti -. Abbiamo fatto una buona prestazione col Pineto, la vittoria non è venuta, ma adesso ci vogliono punti e cuore. Dobbiamo andare oltre i nostri limiti, serve una partita ancor più cattiva».


«La ruota può girare»

Si parla di presente, ma purtroppo c’è l’eredità di un passato che pesa. Gialloblù capaci di vincere solo tre gare in 30 (anzi 31) turni di campionato. Riusciranno a ottenere almeno quattro exploit nelle ultime sette giornate? Sarebbe il minimo per poter pensare di raggiungere l’impresa. Ai dubbi risponde direttamente mister Mosconi. «Io faccio l’allenatore e non il mago, i calcoli adesso non servono ma lotteremo fino all’ultimo secondo – ha detto -. Se vogliamo sognare serve vincere e farlo anche su campi difficili. Ma una gara per volta, i numeri si cambiano soltanto giocando come domenica. Ora pensiamo al Sestri Levante. La ruota può girare, posso dire che ho calciatori eccezionali dal punto di vista umano e tecnico. Questa squadra per me ha delle potenzialità. C’è poco tempo e dobbiamo lavorare a testa bassa. Sta a me tirar fuori le capacità inespresse dei ragazzi.

Dobbiamo giocare all’attacco, voglio una squadra avvolgente e che aggredisca nella metà campo avversaria senza andare a risparmio. Possiamo vincere contro chiunque e dobbiamo solo mettercelo in testa. Bisogna ribellarsi a questa classifica». Non sono frasi fatte. Il tecnico ci crede davvero e glielo leggi negli occhi. E chissà cosa darebbe per rincontrare, l’anno prossimo, quel Campobasso – ora primo in D davanti alla Samb – da cui si è separato a settembre. Chiaramente sulla panchina della Fermana. In Serie C. «Darò tutto me stesso per questa Fermana perché è una grande piazza, con tutto il rispetto non voglio parlare del passato ma solo dei canarini. Sono venuto perché ci ho messo la faccia e non solo per la categoria. Ho lavorato pure in Serie A (vice a Pierpaolo Bisoli sulla panchina del Cagliari, ndr), quindi… La Lega Pro è mentalità, professionalità. Differenze con la D? In gara si percepisce un diverso livello fisico, c’è più intensità, le gare sono maggiormente frizzanti. Il pensiero e il pallone vanno più veloci». 

L’appello 

Dal presidente Umberto Simoni l’incoronazione. «Abbiamo assunto Mosconi perché è capace e professionalmente valido. Crediamo nella salvezza ed ora abbiamo bisogno di tutte le componenti. Remiamo tutti dalla stessa parte. Vista la squadra domenica, credo che ce la possiamo fare. Sono all’ottavo anno da presidente e non avevo fatto mai appunti agli arbitri, ma nelle ultime due domeniche sono successe cose clamorose che pesano». Dal ds Max Andreatini un aneddoto. «Ringraziamo la società perché si sta impegnando per non farci mancare niente. Mosconi? Lo seguivo dai tempi di Ravenna. Adesso è l’unico allenatore che mi ha trasmesso emozioni e adrenalina».

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