«La realtà incontra l’assurdo». Da oggi a domenica “Tre donne alte” al teatro Rossini di Pesaro

“Tre donne alte” con Ida Marinelli, Sara Borsarelli e Denise Brambillasca
“Tre donne alte” con Ida Marinelli, Sara Borsarelli e Denise Brambillasca
di Elisabetta Marsigli
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Giovedì 21 Marzo 2024, 02:45 - Ultimo aggiornamento: 12:32

Un testo acuto, intenso e tagliente: in scena al teatro Rossini di Pesaro, da oggi, giovedì 21 a domenica 24 marzo, “Tre donne alte” con Ida Marinelli, Sara Borsarelli, Denise Brambillasca e Stepan Haban, e la regia di Ferdinando Bruni. Poco rappresentato in Italia, il testo di Edward Albee (vincitore del Premio Pulitzer e di tre Best Play Award nel 1994) è un vero capolavoro di intelligenza, abilità teatrale e profondità.

Un testo difficile

«Un testo scritto verso la fine della sua carriera», racconta Ida Marinelli, anima del Teatro dell’Elfo che nello spettacolo interpreta un’autoritaria, sarcastica, impietosa signora novantaduenne. «Albee parla di sua madre, in un contesto autobiografico di crudelissima verità. I suoi testi precedenti erano molto incentrati sul teatro dell’assurdo, ma qui è proprio nella realtà che incontriamo l’assurdo, nei momenti di lucidità, misti a demenza, della madre. È come se la realtà superasse il paradossale e qui sta l’analisi spietata del suo rapporto di odio e amore verso la madre. Un rapporto a tratti toccante e a tratti esilarante». Un testo poco rappresentato in Italia «forse perché obbliga i suoi protagonisti ad una faticosissima interpretazione: Albee li mette in guardia contro la trappola del realismo, non si parla di realismo, ma devi seguire il filo del discorso. Per interpretarlo mi sono rifatta alle parole di Glenda Jackson che lo ha interpretato fino alla sua morte: “Un filo di parole che obbliga i personaggi ad una fatica mentale tremenda”, così lei lo definiva e mi ha consolato». Non a caso è stato definito un capolavoro di Albee: «Lui stesso non capiva come mai si riesca ad amare questo personaggio: “nonostante non abbia mai trovato mia madre simpatica, non ho trovato nessuno che abbia trovato questo personaggio antipatico: non so cosa ho fatto”, diceva».

L’Elfo ha questo merito di andare a scovare testi meno conosciuti e/o portare in Italia autori come Fassbinder. Forse questo il segreto di una tale longevità e successo della vostra compagnia: «Ognuno di noi ha doti particolari, quella di Ferdinando Bruni è sempre stata quella di scovare testi particolari. E questa volta mi ha pure lanciato la sfida di come interpretare un personaggio così complesso in modo naturale». E come anima del Teatro dell’Elfo ce ne sono tante di donne interpretate da Ida Marinelli, difficile scegliere quella che più le è rimasta nel cuore: «Il pubblico mi ricorda come Petra von Kant, Fedra o Madame de Sade di Mishima, personaggio molto complesso. Ma quando mi danno un compito io mi appassiono, anche se è un personaggio minore. Ne La bottega del caffè è stato un caso che io andassi a fare Vittoria: allora si lavorava costruendo lo spettacolo sulle improvvisazioni. Aveva tre battute, ma ha incrociato delle caratteristiche che mi appartenevano e quando ero in scena c’era la possibilità di comunicare qualcosa di magico: dicevo 3 cose, ma erano talmente vere…».

La magia

E la magia di Tre donne alte sta proprio nel racconto sincero e quasi catartico dell’autore: «è rivolto ovviamente alle donne, ma attraversa molto profondamente il concetto delle nostre aspettative, mettendo a nudo le verità della nostra esistenza e il nostro rapporto con la morte». Info: Teatro Rossini 0721 387621. Spettacoli oggi e domani ore 21, sabato ore 19, domenica ore 17.

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