Rai, cancellato il monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile. Serena Bortone: «Nessuna spiegazione». Pd e social gridano alla censura

Il testo potrebbe, il condizionale è d'obbligo, non esser stato gradito al direttore degli Approfondimenti che sovrintende il programma

Rai, cancellato il monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile. Serena Bortone: «Nessuna spiegazione». Pd e social gridano alla censura
Rai, cancellato il monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile. Serena Bortone: «Nessuna spiegazione». Pd e social gridano alla censura
di Redazione web
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Sabato 20 Aprile 2024, 10:52
Mancano pochi giorni al 25 aprile, la festa nazionale della Repubblica Italiana, che celebra la liberazione dell'Italia dal nazifascismo, e le polemiche sono già in corsa. Venti da destra e folate da sinistra hanno dato vita a un vero e proprio uragano mediatico che ha coinvolto due personaggi noti al pubblico: Serena Bortone e Antonio Scurati. La prima è la presentatrice della trasmissione «Che sarà...», il secondo è uno scrittore famoso soprattutto per una trilogia di romanzi su Mussolini

Bortone ha pubblicato sul suo profilo social questo messaggio: «Come avrete letto nel comunicato stampa, nella puntata di questa sera di Che sarà era previsto un monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile. Ho appreso ieri sera, con sgomento, e per puro caso, che il contratto di Scurati era stato annullato. Non sono riuscita ad ottenere spiegazioni plausibili. Ma devo prima di tutto a Scurati, con cui ovviamente ho appena parlato al telefono, e a voi telespettatori la spiegazione del perché stasera non vedranno lo scrittore in onda sul mio programma su Raitre. Il problema è che questa spiegazione non sono riuscita a ottenerla nemmeno io».

 


La Commissione Vigilanza Rai

«Apprendiamo stamattina che dalla puntata di stasera di Che sarà, il programma condotto in prima serata da Serena Bortone su Rai3, è stato cancellato il previsto monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile. Tutto questo per un intervento diretto della Dirigenza Rai a poche ore dalla trasmissione, senza nessuna comunicazione all’autrice e conduttrice del programma. Questo è un caso gravissimo di censura nei confronti di Scurati. E un caso gravissimo di violazione dell’autonomia editoriale di un programma, oltreché una inquietante intimidazione di fatto nei confronti dell’autrice e conduttrice Serena Bortone, degli autori del programma, e per estensione di tutti gli autori Rai. La Presidente Rai intervenga nei confronti di Ad e Direttore per chiarire questa vicenda. Siamo in presenza di un atto di censura e prevaricazione gravissimo, che non può essere accettato», ha scritto in una nota il Senatore Pd Francesco Verducci, membro della Commissione di Vigilanza Rai.
 

La reazione sul web

Gli utenti dei social non hanno preso bene la decisione della Rai e appoggiano Serena Bortone e Antonio Scurati. «Questa è censura», «La democrazi in questo Paese è a rischio» e il più gettonato «È molto semplice, sono fascisti».

C'è anche chi punta il dito contro il Servizio pubblico definendolo «Telemeloni». 

Scurati paga dazio?

In un'intervista su La Repubblica di giugno 2023, Scurati disse: «Ciò che i dovrebbe inquitarci è il ritorno, mutatis mutandis, del populismo di Mussolini. La caratteristica di questi movimenti non è la violenza. Guardiamo a Trump, Orban e simili. Non discendono da una cultura politica fascista, ma quando analizziamo le loro mosse ci rendiamo conto che esse riproducono il dispositivo populista di Mussolini». Poi il giornalista rispose con «L’anima populista di Benito vive in Meloni e Trump allo stesso modo, ergo» e lo scrittore controribattè: «Sì e ovunque si rafforzi l’idea di leadership fondata sul lodo “io sono il popolo e il popolo sono io”, schiacciando su posizioni antipopolari e antinazionali chi non si identifica. Si torna a dire “o con me o contro di me”, sostituendo la speranza con la paura. Come Mussolini che dal Sol dell’Avvenire passò, appunto, alla scommessa della paura». Risposte delle scrittore napoletano che erano un vero e proprio attacco diretto alla premier italaina, ma che offrivano una cornice al fenomeno Meloni legato al populismo. Ma le orecchie di Fratelli d'Italia et simili potrebbero aver per sentito altro.

C'è anche un altro episodio - in realtà ne sono diversi - da segnalare. Durante una puntata (3 agosto 2023) di «In Onda», su La7, Scurati rispose ad una domanda di Marianna Aprile: «In Rai c'è un tentativo di ricostruzione dell'egemonia culturale?» riferendosi alla dichiarazione di Giorgia Meloni che aveva detto che nella televisione di Stato l'unica egemonia presente era unquella «di potere». Scurati disse: «Io temo per la qualità della vita democratica. Un presidente del Consiglio che utilizza un tono di voce alto e stizzita decreta che la cultura del Paese dovrà cambiare, allora sta eseguendo un gesto autoritario». Ombre dal passato, insomma.

Il perché della «censura»

Al momento una risposta sul perché il monologo si stato cancellato non c'è, o almeno niente di ufficiale. Si attende una risposta o un comunicato della Radiotelevisione Italiana. Il testo potrebbe, il condizionale è d'obbligo, non esser stato gradito al direttore degli Approfondimenti che sovrintende il programma. Si tratta di Paolo Corsini, lo stesso che salì sul palco di Atreju, lo scorso dicembre, durante la festa di Fratelli d'Italia e pronunciò queste parole: «Sono uno di voi». Sicuramente una coincidenza.

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