«Arianna Scommegna, figlia di Nicola di Bari, protagonista di “Misery”: «Ci siamo guardati dentro in cerca del lato oscuro»

Arianna Scommegna, figlia di Nicola di Bari, protagonista di “Misery”: «Ci siamo guardati dentro in cerca del lato oscuro»
Arianna Scommegna, figlia di Nicola di Bari, protagonista di “Misery”: «Ci siamo guardati dentro in cerca del lato oscuro»
di Chiara Morini
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Sabato 5 Novembre 2022, 07:10 - Ultimo aggiornamento: 19:30

SAN SEVERINO - Dal libro al cinema fino ad arrivare al teatro: “Misery”, pièce scritta da William Goldman, tratta dal romanzo di Stephen King, per la regia di Filippo Dini, andrà in scena oggi, alle ore 20,45, al Teatro Feronia di San Severino Marche (info 0733634369).

 
La percezione 
La storia è quella nota dello scrittore Paul Sheldon, i cui romanzi hanno come protagonista l’eroina ottocentesca dal cuore d’oro Misery. Lui ha un incidente, Annie lo salva, e recupera anche l’ultimo manoscritto dello scrittore. Questi pian piano scopre la figura “inquietante” di Annie, sua grande fan. «Lo spettacolo – racconta Arianna Scommegna in scena insieme ad Aldo Ottobrino e Carlo Orlando – è nato prima del Covid, abbiamo debuttato e poi è arrivata la pandemia, con i suoi due anni di sedimentazione, di convivenza forzata e dunque, più che l’elemento violenza, oggi emerge proprio quello della convivenza forzata. È cambiata la percezione». Del resto anche lo stesso Stephen King, con il suo genere horror, ricorda Scommegna, fa una grande indagine umanistica sullo scrittore e il suo lato creativo. «Una lettura – prosegue – quasi psicoanalitica, che costringe a guardare il proprio lato oscuro. E due anni dolorosi ci hanno proprio fatto fronteggiare la necessità di guardarci dentro. Questa storia, che ha tanti piani di lettura, tocca anche l’aspetto della paura nell’atto della creazione».


Le sfumature


Una storia che, per quanto già vista al cinema, con il teatro assume sfumature molto più profonde. «Il teatro – sottolinea Scommegna – offre una presenza esclusiva, “qui e ora”, e fa coincidere il momento con il pubblico.

E questa unione, possibile solo a teatro, permette di avere altri punti di vista. Come in Misery dove i tre protagonisti sono sempre in scena sul palco contemporaneamente. Il teatro mette l’uomo al centro di tutto. Al cinema si vede il luogo, al teatro si evocano le emozioni». La passione per Arianna arriva dal padre, Michele Nicola, che tutti conoscono con il nome d’arte Nicola Di Bari. «La passione per le indagini interiori – racconta – l’ho avuta da lui. Mi ha insegnato da subito a esprimere la sensibilità». Ma non ha fatto la cantautrice, scegliendo invece di fare teatro.

«Quella branca dell’arte è sua – dice con grande ammirazione –. Non è scontato che i talenti passino da padre a figlio. Comunque da piccola, quando lo sentivo cantare, mi bastavano poche note per emozionarmi. La sua voce è straordinaria. A me e ai miei fratelli ha trasmesso l’amore per l’intimo dell’essere umano, e vedo che anche i miei fratelli, che non sono artisti, ce l’hanno». Proprio quell’introspezione che rende profondo ed emozionante il teatro. «Il teatro – aggiunge – mi è sempre piaciuto, sin da piccola, proprio per questo essere specchio dell’anima».


Il film insieme
Arianna e il padre Nicola Di Bari non avevano mai lavorato insieme, finché non è arrivato il film “Tolo Tolo” di Checco Zalone. «È stato bellissimo – chiude – io ero la cugina e papà lo zio Nicola, che speravano che Checco morisse per prendere i suoi soldi. Checco è un grande artista, ha fatto scelte misurate. E questa è stata anche la prima volta che io e papà abbiamo fatto qualcosa insieme». 

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