Nemo e Mazziero insieme nel progetto “Due” sul palco del Mugellini

Il cantautore Alberto Nemo
Il cantautore Alberto Nemo
di Chiara Morini
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Giovedì 15 Ottobre 2020, 01:15

POTENZA PICENA - Parole e musica per l’appuntamento del Mugellini Festival a Potenza Picena: sabato 17 e domenica 18 ottobre (prenotazione tramite sito, previste dirette streaming), all’auditorium Scarfiotti arrivano lo storico dell’arte Claudio Strinati, il cantautore Alberto Nemo e l’artista Mauro Mazziero, direttore artistico dello stesso festival per le arti visive. 
Non solo storico dell’arte, ma anche conduttore televisivo e divulgatore, Strinati aprirà sabato con una lectio magistralis dal titolo “Dall’epica di Giosuè Carducci alla visionarietà di Ferruccio Busoni. Il percorso di Bruno Mugellini tra Otto e Novecento”. A lui, tra l’altro, il compito di presentare in anteprima nazionale una nuova performance artistica che ha curato personalmente. Si chiama “Due” ed è un progetto di Alberto Nemo e Mauro Mazziero; performance artistica, aperta fino a domenica. Sono infatti loro due al centro di questa tappa del Festival. 
Dall’incontro di Mazziero con Nemo, noto cantautore di Rovigo, che i fan di Musicultura ricorderanno perché vincitore del concorso allo Sferisterio di Macerata nel 2018, nasce dunque questo progetto, che il pubblico potrà vedere sabato e domenica prossimi. Mazziero è autore delle copertine dei dischi del cantante veneto, copertine presenti in mostra nei due giorni dell’appuntamento con il festival. Nemo, che è una delle voci più interessanti tra i cantautori italiani, offrirà un’esperienza unica al pubblico del Mugellini. Eseguirà il primo concerto “nemizzato”, ovvero un’esibizione che vedrà l’artista di fronte ad un unico spettatore per volta. Un’idea che Nemo ha avuto in questi mesi duri, durante i quali ci sono stati avvenimenti che hanno di fatto dato una spinta per tornare al valore irrinunciabile dell’individuo. Una rivalutazione che in questo concerto sarà completa, riconoscendo proprio all’individuo-spettatore l’importanza che merita anche come fruitore di un’opera d’arte: distanziato, si troverà al centro dello spazio insieme all’artista. Simbolo, questo, del distanziamento sociale causato dalla pandemia: conquiste civili fragili, incontri che vengono meno, sono state scelte drammatiche, di fronte alle quali Alberto Nemo non ha voluto rimanere immobile.
In un festival che unisce arte musicale ad arte visiva, non poteva non venir fuori un connubio tra due percorsi creativi tanto diversi quanto affini. «Possiamo definire questo progetto come un unicum nel panorama artistico italiano» il commento di Strinati.

A proposito del cantautore, il conduttore definisce l’esperienza di ascoltarlo come la sensazione di «percepire echi astrali di esperienze liminari come quella di Demetrio Stratos, negli anni ’70 del secolo scorso. Probabilmente gli stessi che hanno spinto Nemo verso l’idea di costruire un mondo sonoro pago di sé stesso, in uno stato di quieta e fremente pienezza dell’essere». Il critico ha parole pure per Mazziero, le cui immagini, per lui, sono piene tanto di silenzi quanto di clamori. «È come se l’artista agisse in uno stato ipnotico – dice Strinati parlando di Mazziero – che lo mantiene in equilibrio tra consapevolezza e timore di perdere la coscienza. Stessa cosa che si trova nella carica emotiva della musica di Nemo». 

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