PESARO - Uno scrittore e giornalista, un attore e performer e una musicista: Aldo Cazzullo, Moni Ovadia e Giovanna Famulari sono i protagonisti de “Il duce delinquente”, in scena allo Sperimentale di Pesaro per chiudere la giornata di celebrazioni del 25 aprile, domani alle ore 21.
I passi del libro
Aldo Cazzullo leggerà alcuni passaggi del suo libro “Mussolini capobanda”, facendo un riassunto degli orrori nazifascisti, soprattutto quelli meno noti, prima dell’alleanza del Duce con Hitler, arrivando alla marcia su Roma, al delitto Matteotti e alle leggi razziali, e poi l’eliminazione di Gobetti, Gramsci, Amendola, dei fratelli Rosselli e di don Minzoni. E ancora gli omosessuali mandati al confino. Moni Ovadia leggerà i dispacci, gli ordini, i telegrammi e le dichiarazioni del Duce, facendo introiettare al pubblico il clima di allora ricomponendo il ritratto di un Duce che scardina quella diffusa convinzione italiana di abile statista che, “fino all’errore dell’alleanza con Hitler”, delle leggi razziali, della guerra, le ha azzeccate quasi tutte.
La proposta
«La proposta di questo recital - racconta Moni Ovadia - è arrivata da Aldo e ho subito accettato perché credo che questo spettacolo abbia una funzione di grande importanza. È un teatro civile che fa i conti con una “pestilenza” che ha devastato questo paese». Nessuna paura di offendere qualcuno: «Abbiamo bisogno di conservatori veri per un dibattito politico che affronti i problemi del paese con serietà e la sinistra possa fare il suo lavoro, attualmente, di opposizione. I conservatori inglesi, francesi e tedeschi sono antifascisti e noi abbiamo bisogno di questo, ammettere che non c’è niente da salvare e che ci hanno raccontato favole fino ad ora».
Il filo conduttore
Filo conduttore degli spettacoli di Ovadia e della sua vasta produzione discografica e libraria è la tradizione composita e sfaccettata, il “vagabondaggio culturale e reale” del popolo ebraico, di cui si sente figlio e rappresentante, quell’immersione continua in lingue e suoni diversi ereditati da una cultura che le dittature e le ideologie totalitarie del Novecento avrebbero voluto cancellare.
Nuovi progetti
Quasi per par condicio, il suo prossimo progetto lo vedrà di nuovo impegnato a raccontare la storia, questa volta di un musicista perseguitato dalla dittatura comunista. «Un recital - afferma - su Shostakovich che ha vissuto terribili angosce sotto il mirino di Stalin e sarò di nuovo sul palco con Giovanna e un altro giornalista e scrittore come Valerio Cappelli».