Acrobazie, hip-hop e street dance, sette performer di Compagnie Hervé Koubi in “Boys don’t cry” al Teatro Sperimentale di Pesaro

Una coreografia dello spettacolo
Una coreografia dello spettacolo
di Elisabetta Marsigli
3 Minuti di Lettura
Domenica 24 Aprile 2022, 11:55

PESARO - Contro ogni cliché e pregiudizio, l’energia impetuosa di Compagnie Hervé Koubi conclude domani, lunedì 25 aprile, alle ore 21 con “Boys don’t cry” al Teatro Sperimentale di Pesaro la stagione di danza.


Lo spettacolo narra la storia di un ragazzo che odia profondamente il calcio e adora appassionatamente la danza: il coreografo franco-algerino offre a sette giovani ballerini autodidatti l’opportunità di mostrare il loro virtuosismo, tra hip-hop, street dance e danza contemporanea. Un pezzo che si scontra con i condizionamenti sociali relativi a una certa teoria di genere secondo la quale le ragazze cuciono, mentre i ragazzi giocano a calcio. “Boys don’t cry” nasce da un testo scritto dalla storica e scrittrice francese Chantal Thomas, allieva di Roland Barthes: un’improbabile partita di calcio, un parco giochi e la danza, offrono il pretesto per una riflessione nostalgica, divertente e tenera su cosa significa danzare se sei un ragazzo, specialmente quando vieni dal Nord Africa e dal mondo arabo.

Sette ballerini potenti ma aggraziati, tutti provenienti da diversi paesi, abbracciano la gioia trascendente della danza, portando in scena una coreografia affascinante, complessa e vivace. Una riflessione sulla costruzione dell’identità in una società “chiusa”, attraverso momenti di testo parlato combinati allo stile caratteristico della compagnia, tra hip-hop e fluidità contemporanea. Cosa significa scegliere di diventare ballerino quando sei un ragazzo, specialmente quando provieni da Paesi dove la differenza di genere pesa ancora tanto sui destini individuali.

Il lavoro gioca sul cliché del giovane uomo che preferisce la danza agli sport tipicamente “maschili” e sulla tensione che questa scelta può causare con la famiglia e con la società. Solo abbracciando la gioia trascendente della danza, questo gruppo di giovani uomini riuscirà ad affrancarsi dalla mascolinità tossica a cui la cultura dominante della società di appartenenza li vorrebbe destinati. Senza cadere negli stereotipi del ballerino che, fin da giovanissimo, non solo preferisce la danza al calcio, ma odia visceralmente questo sport a causa della violenza che genera, la creazione intende dare voce a tutti quelli a cui viene imposto qualcosa a cui si oppongono. Lo spettacolo approfondisce la questione del sacrificio di sé, attraverso l’abnegazione del ragazzo che deve compiacere la propria madre. E, soprattutto, Boys don’t cry è la sublimazione di un certo “farsi violenza” attraverso la gioia trascendente e dunque liberatoria della danza, con uno sguardo tenero e nostalgico a un’infanzia in cui la via predestinata non è sempre quella desiderata. Una danza per sé stessi, un’ode alla famiglia, un’affermazione del cuore, la comprensione dell’amore.

La coreografia è di Hervé Koubi e Fayçal Hamlat, i danzatori in scena sono: Mijem Houssni, Zahid El Houssaini, Meherhera Nadjib, Elhilali Mohammed, Maamar Bendehiba, Guennoun Oualid, Benr Guibi Badr.

Informazioni e prevendita biglietteria Teatro Sperimentale 0721.387548 e circuito biglietterie Amat/vivaticket.

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