Ciufoli in “A Christmas Carol” all’Aleona di Montegiorgio: «Apriamoci al mondo. Il mio amico Pino Insegno? Critiche esagerate»

Ciufoli in “A Christmas Carol” all’Aleona di Montegiorgio: «Apriamoci al mondo, non si deve condividere solo la festa»
Ciufoli in “A Christmas Carol” all’Aleona di Montegiorgio: «Apriamoci al mondo, non si deve condividere solo la festa»
di Chiara Morini
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Mercoledì 29 Novembre 2023, 04:20 - Ultimo aggiornamento: 13:06

MONTEGIORGIO - Stanno per accendersi i riflettori sulla stagione del Teatro Alaleona di Montegiorgio. Andrà in scena, alle 21 di oggi, mercoledì 29 novembre, il musical “A Christmas Carol”, con protagonista Roberto Ciufoli nel personaggio di Ebenezer Scrooge (info:  0734961441).
Roberto Ciufoli, Scrooge e il musical sono un po’ insoliti per lei rispetto alla comicità… 
«Mi trovo molto bene. È molto bello, è vero, non è comico ma non è nemmeno uno spettacolo drammatico, piuttosto direi commovente. La chiave di lettura che abbiamo dato è leggera, che non vuol dire banale, bensì che lo spettacolo non risulta pesante. C’è qualche risata e anche qualche lacrima finale. Un bel lavoro».


Cosa le dà il personaggio di Scrooge? 
«Tante emozioni. Tocca le giuste corde per avere più leggerezza. Scrooge è un burbero, una persona scostante ed è così perché non ha capito. Ma quando si rende conto degli errori commessi a causa dell’avidità, decide di cambiare. È una storia di quelle che aprono all’ascolto, piace perché si apre, e non resta chiuso».
Molto attuale, è d’accordo? 
«La storia è molto attuale: basta aprirsi al mondo e avere meno social. Vede, il Natale è solo una “scusa”, non si deve condividere solo la festa, ma ci si deve aprire al mondo».
Una storia e uno spettacolo che danno speranza? 
«Assolutamente sì, la speranza c’era anche in Dickens. La musica e la resa dello spettacolo lo rendono, ribadisco, anche meno pesante, commuove, e al pubblico piace. Un’ora e mezza, relativamente breve, da vivere». 
Quanto c’è bisogno di speranza?
«C’è un disperato bisogno di speranza, non manca mai, è un bisogno che fa parte della nostra natura umana, ci affidiamo a un futuro, sperando sempre possa essere migliore del presente che ci troviamo a vivere in un determinato momento». 
Roberto Ciufoli e il Natale? 
«Io non devo fare come Scrooge, a me il Natale piace perché è anche una splendida occasione per essere più buono. Poi si incontrano e si fa festa con i parenti, gli amici, magari con persone che si riesce a vedere solo durante le feste natalizie. E poi ho un bimbo di sette anni, con il quale posso ancora parlare di Babbo Natale. Poi certo, anche con Santa Claus diventa pure una festa commerciale, ma questo momento di festa finisce per essere una tregua dell’anima, perché ci fa fermare».
Ha fatto tante cose, teatro, televisione… 
«Io però se devo scegliere, in generale dico il teatro». 
Che si tratti di musical o comicità o qualsiasi altro genere, crede che il teatro abbia futuro?
«Sì, certo che ce l’ha, perché ha un passato forte, c’è sempre stato e non c’è altro modo se non andare a teatro, per vedere delle persone che si trovano sul palcoscenico e rappresentano o raccontano qualcosa. Il teatro è un momento in cui gli spettatori possono ricaricarsi, proprio come fanno i loro smartphone quando vengono attaccati alla corrente». 
Del suo amico Pino Insegno? 
«Polemiche un po’ sovradimensionate, c’è stata una critica esagerata e Pino è stato preso per questioni più grandi di lui, un po’ come un bersaglio.

Poi è chiaro può piacere o meno, come può capitare a chiunque, ma questo è un altro discorso».

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