Piparo: "Jesus Christ Superstar
un'opera che non tramonta mai"

Piparo: "Jesus Christ Superstar un'opera che non tramonta mai"
di Stefano Fabrizi
2 Minuti di Lettura
Sabato 5 Settembre 2015, 21:15 - Ultimo aggiornamento: 6 Settembre, 17:44
MACERATA - Il pubblico sta defluendo fuori dallo Sferisterio di Macerata.

Ha appena finito di tributare una lunga e sentita standing ovation ai protagonisti di Jesus Christ Superstar e su tutti a Ted Neeley.



Sold out e tutti soddisfatti compreso Neri Marcorè che ha avuto parole di lode per l’opera. Ancora più soddisfatto il regista Massimo Romeo Piparo: “Finalmente siamo arrivati anche allo Sferisterio e ci ha premiato anche il tempo: nonostante previsioni di maltempo l’Arena ha registrato un tutto esaurito e soprattutto non ha fatto una goccia di pioggia”.



“Jesus Christ Superstar”, “La Febbre del Sabato Sera”, “Alta Società”, “My Fair Lady”, “The Full Monty”, “Tommy”. Sono tutti titoli di musical. In comune hanno anche dell’altro: il loro successo sui palcoscenici italiani è legato a un solo nome, quello di Massimo Romeo Piparo, siciliano trapiantato a Roma. Regista, autore, produttore, direttore artistico del Teatro Sistina di Roma dal 2013, dove ha raccolto la preziosa eredità del mitico Pietro Garinei, è lui ad aver firmato i più grandi successi teatrali degli ultimi anni. Soltanto in questa stagione si divide tra la ripresa di “Sette Spose per Sette Fratelli”, “Tutti insieme appassionatamente”, “Sistina Story” e l’attesissimo “Billy Elliot”, per la prima volta nella versione italiana.



Ma parliamo di questo Jesus, il suo primo musical messo in scena in Italia e che da oltre vent’anni non conosce declino.

Questo spettacolo unisce la potenza dell’opera anglosassone con la nostra creatività ed arte, e in certe cose non siamo secondi a nessuno. Quest’opera non perde lo smalto ma anzi ne acquista sempre di più nel tempo: la sua forza sta nella musica rock degli Anni 70 con una partitura sinfonica eccellente. Narra una delle storie più famose dell'umanità: gli ultimi sette giorni di Gesù guardata con grande rispetto e spiritualità, ma con un taglio molto umano e laico. Un’opera che riesce a mettere insieme un pubblico molto eterogeneo.





L'INTERVISTA COMPLETA SU CORRIERE ADRIATICO IN EDICOLA E SULL'EDIZIONE DIGIT
© RIPRODUZIONE RISERVATA