Franco Branciaroli con "Enrico IV"
di Pirandello sul palco delle Muse

Franco Branciaroli con "Enrico IV" di Pirandello sul palco delle Muse
di Lucilla Niccolini
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Giovedì 3 Dicembre 2015, 04:51
ANCONA - Branciaroli con Pirandello ad Ancona.

Un titano dell'interpretazione teatrale, Franco Branciaroli, ha felicemente ripreso l'allestimento di "Enrico IV" di Pirandello, in una riedizione che esalta il ruolo del protagonista, il folle nobiluomo, in un contesto scenografico di grande impatto visivo ed eleganza. La commedia, una produzione CTB Centro Teatrale Bresciano e Teatro de Gli Incamminati, va in scena alle Muse di Ancona nell'ambito della stagione di prosa di Marche Teatro dal 3 dicembre (ore 20,45) a domenica 6 dicembre (ore 16,30) per l'interpretazione, accanto a Branciaroli che è anche regista dello spettacolo, di Melania Giglio, Giorgio Lanza, Antonio Zanoletti, Tommaso Cardarelli, Valentina Violo, Daniele Griggio, con Sebastiano Bottari, Andrea Carabelli, Pierpaolo D’Alessandro, Mattia Sartoni. Le scene sono di Margherita Palli, le luci di Gigi Saccomandi.

Imperdibile, l'opportunità di incontrare la compagnia sabato alle 18,30 al Musecaffé, anche per confrontarsi con gli interpreti su una versione del capolavoro pirandelliano che, come sostiene Branciaroli, mette meglio in luce la crudeltà del protagonista.

“Riguardando per l'occasione tutte le precedenti interpretazioni – ricorda il regista e interprete - ho scoperto che in tutte manca una cosa, importantissima: lui è uno spietato. E questo lato del suo carattere mi pare che non sia mai venuto fuori in nessuna edizione, in cui sembra piuttosto una vittima”.

Celeberrima, l'interpretazione di Romolo Valli cui lo stesso Branciaroli si riferisce. "E invece lui, Enrico IV, è un gran furbacchione, una persona atroce, uno che arriva a uccidere per gelosia, e poi, per sfuggire alla pena, si finge pazzo, per sempre...".
Nessuna pietà per questo opportunista che, caduto da cavallo e rimasto psicologicamente ancorato al personaggio scespiriano che stava interpretando durante una mascherata, quando riacquista il senno e la memoria continua a reggere la finzione, per approfittarne nel gioco delle parti sociali che gli gira attorno. E forse per riconquistare l'amata Matilde.

“Lui è cattivo, o almeno paranoico, deviante. Per futili torti ricevuti, che non nascono dall'odio ma dalle circostanze, lui arriva ad ammazzare il rivale. E quando alla fine la sua intelligenza critica sta per rivelarsi, non trova altra via di fuga che diventare nichilista. E farsi credere davvero pazzo”.

Quello di Branciaroli, in questo spettacolo, è un magnifico tributo all'attore, al ruolo del teatro e alla continua, irrisolta pendolarità, implicita nella vita di ognuno, tra verità e menzogna. Pirandello gli offre una partitura eccellente e un personaggio titanico come lui, in cui il grande attore profonde la sua vis attoriale, una professionalità che in lui non è mai, ma proprio mai disgiunta da una partecipazione emotiva assoluta, da un'immedesimazione che strappa l'applauso e colpisce diritto al cuore.

"Il mio è un omaggio proprio al più grande teatrante della nostra tradizione, Enrico IV: è un uomo che recita. E poi, questo è un capolavoro assoluto e mi ha appassionato molto metterlo in scena, dopo la mia ultima prova, "Il teatrante” (appunto) di Thomas Bernhard".
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