Adamo in “Vlad Dracula” al Teatro dell’Aquila di Fermo: «Il mio vampiro è umano»

Adamo in “Vlad Dracula” al Teatro dell’Aquila di Fermo: «Il mio vampiro è umano»
Adamo in “Vlad Dracula” al Teatro dell’Aquila di Fermo: «Il mio vampiro è umano»
di Chiara Morini
3 Minuti di Lettura
Domenica 26 Febbraio 2023, 06:10

FERMO - È un Dracula vicino agli umani quello che impersona Giorgio Adamo, in scena alle 17 di oggi nella seconda e ultima recita dello spettacolo al Teatro dell’Aquila di Fermo. Il musical, dal titolo “Vlad Dracula”, prodotto da Work in musical, fa parte della stagione voluta da Comune e Amat (info: 0734284295).
Giorgio Adamo, che musical è questo su vampiri? E come è il “suo” Dracula? 
«Di certo non il primo, ne sono stati fatti altri, ma questo è “inedito”, sviluppa un aspetto differente dal solito Dracula per antonomasia. Qui si prende spunto dall’originale di Stroker, ma il fulcro, il significato si discosta dal comune vampiro. Qui Dracula vive le stesse difficoltà dell’essere umano, lo stesso tempo che tenta di contrastare. Le colonne sonore supportano anche i recitati, ed è anche questo che colpisce il pubblico, felice e stupito delle dinamiche che ci sono sul palco, che a volte appaiono come fossero cinematografiche. Alcuni, dopo averlo visto, mi hanno detto che sembra una serie di Netflix. Comunque questo Dracula è sempre un vampiro, e dallo spettacolo si impara che il male c’è, ma anche il bene non cessa di esistere».

 
Tanti ruoli nei musical, le è piaciuto entrare in “Dracula”?
«All’inizio ero titubante. Io sono molto “fisico”, dinamico, spesso faccio dei ruoli che richiedono una vera e propria “escursione emotiva”. Qui il difficile è riportare le emozioni infinite lunghe 400 anni di Dracula e farlo in un piccolo “fazzoletto”. Poi però, studiando la storia di questo personaggio che ha oltre 400 anni, ho capito che si può anche andare oltre da fermo.

Anche un semplice gesto può trasmettere una grande potenza, e questo è un grande stimolo per un attore».


Ha cominciato come musicista, ma poi è passato anche al teatro: cosa preferisce? 
«Mi esprimo a 360 gradi e questo a volte può essere anche uno scoglio. Musica, teatro, amo anche scrivere. Per la musica ho realizzato un singolo che si discosta un po’ dal progetto discografico. Ho pubblicato “Young geriatrix”, una provocazione che ho voluto fare da millennial, che prende spunti anche dalla generazione precedente, ma pure dalla contemporaneità». 


Come vive il mondo artistico di oggi? 
«Lo vivo con le emozioni del momento, senza leggi e regole. Prendo, faccio e restituisco con gratitudine al pubblico, non mi metto paletti». 


Che musica ascolta quindi?
«I miei ascolti sono molto trasversali. Sono cresciuto a pane e rock, ho iniziato con la musica tra rock, contemporaneo, nell’ultimo anno metto punte di elettronica, i Subwoolfer. Mi piace il cantautorato italiano, in particolare la poetica di Niccolò Fabi». 

A proposito di musical, quale ruolo non ha ancora fatto e vorrebbe interpretare? 
«Ho sempre detto che prima o poi, magari fra qualche anno, vorrei fare Jean Valjaean, de Les Miserables. L’ho visto a Londra e mi è piaciuto molto». 


Adamo e Fermo?
«Non c’ero mai stato, nemmeno in tournée, e sono orgoglioso di esserci insieme a questo cast meraviglioso. Ogni volta che si va in un posto nuovo si lasciano sempre emozioni e credo sia bello seminare la passione nei teatri».

© RIPRODUZIONE RISERVATA