Cirillo sul palco a Fano con il capolavoro “Orgoglio e pregiudizio”: «Mi affascina il mondo della Austen con le sue creature»

Arturo Cirillo, Rosario Giglio, Giulia Trippetta e Valentina Picello in una scena di “Orgoglio e pregiudizio”
Arturo Cirillo, Rosario Giglio, Giulia Trippetta e Valentina Picello in una scena di “Orgoglio e pregiudizio”
di Elisabetta Marsigli
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Venerdì 21 Maggio 2021, 07:40

FANO - Anche il Teatro della Fortuna di Fano riapre alla prosa con la prima versione teatrale italiana del capolavoro di Jane Austen letto da uno dei registi più interessanti della scena contemporanea, Arturo Cirillo.
“Orgoglio e pregiudizio” è in programma, da questa sera a domenica 23 maggio (venerdì e sabato ore 19, domenica ore 17), con un’eccellente cast formato dallo stesso Cirillo insieme a Valentina Picello, Francesco Petruzzelli, Sabrina Scuccimarra, Rosario Giglio, Eleonora Pace, Giacomo Vigentini e Giulia Trippetta. Per Cirillo, portare in scena questo immortale capolavoro letterario, valorizza «una scrittrice con un dono folgorante per i dialoghi».

Cirillo è da sempre affascinato dall’Ottocento e dal rapporto fra i grandi romanzi di quell’epoca e la scena. «Provai un raro piacere, svariati anni fa, ad affrontare uno strano testo di Annibale Ruccello (strano perché al confine tra il musical e la commedia, tra la parodia e la ri-scrittura) - racconta il regista e attore campano - ispirato a Washington Square di Henry James. Amo molto l’ironia di questa scrittrice, il suo sguardo acuto ma anche distaccato sui suoi personaggi».

Un mondo particolarmente affascinante per Cirillo, quello della Austen «dove apparentemente non accade mai nulla di eclatante, abitato per la maggior parte da creature che stanno abbandonando la fanciullezza per diventare ragazze da marito o giovani scapoli da sposare: con tutto il pudore, i turbamenti, le insicurezze, e anche l’orgoglio e i pregiudizi che la giovinezza porta con sé».

Un mondo così vicino alla nostra contemporaneità, «dove ci si conosce danzando, ci si innamora conversando, ci si confida con la propria sorella perché i genitori sono, ognuno a suo modo, prigionieri del proprio narcisismo, che non mi sembra così lontano da noi».


Come conferma il regista, anche la povera e “zitella” Jane Austen (che mai riuscì invece ad abbandonare la propria famiglia) si divertì a sottrarsi a tutto questo raccontandolo nei suoi romanzi, che non nascondono una spietata critica, ma nemmeno, allo stesso tempo, un’amorosa dichiarazione d’appartenenza alla propria epoca. «Jane Austen - conclude Cirillo - reinventa la realtà attraverso la sua rappresentazione, ma mai smettendo di essere vera. Come avviene in teatro». Scene di Dario Gessati, costumi di Gianluca Falaschi, luci di Camilla Piccioni e musiche di Francesco De Melis. Info: 0721800750.

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