Drusilla Foer in “Eleganzissima” a Fabriano: «Sul palco la mia vita tra le note, ma mostrerò anche le mie zone ruvide»

Drusilla Foer
Drusilla Foer
di Saverio Spadavecchia
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Domenica 12 Dicembre 2021, 10:05

FABRIANO - Una serata di gala al Teatro Gentile di Fabriano per raccontare la vita di Drusilla Foer, che questa sera a partire dalle ore 21 porterà in scena con lo spettacolo “Eleganzissima”. Attrice, autrice, personaggio televisivo, seguitissima sui social e cantante, la Foer è un personaggio poliedrico di nobili origini che ha vissuto viaggiando tra l’Italia, Cuba, l’America e l’Europa per una vita costellata di incontri e grandi amicizie con persone fuori dal comune e personaggi famosi, fra il reale e il verosimile.

Il recital, ricco di musica e canzoni dal vivo, svela un po’ di lei: familiare per i suoi racconti così confidenziali e unica, per quanto quei ricordi sono eccezionali e solo suoi. Il sipario si alzerà alle 21, con accesso consentito solo nel rispetto della normativa covid vigente.

Che tipo di spettacolo sarà “Eleganzissima”, cosa si devono aspettare gli spettatori?
«Posso dire cos’è per me, perché nessun artista può decidere cosa sarà per il pubblico perché chi lo fa è sleale. Per me sarà una rievocazione di certi momenti della mia vita che hanno la traccia, la cicatrice della musica. Ci sono momenti della mia vita che sono stati segnati dall’esperienza musicale perché provengo da una famiglia molto musicale. Sarà un’altalena emotiva, dove riscoprirò me stessa buffa e divertente, ma senza dimenticare le mie zone ruvide e dolorose. Certo, sarà uno spettacolo divertente ma con dei momenti commoventi».


Quindi possiamo considerare lo spettatore come una parte integrante del suo spettacolo?
«Tutti coloro che saranno con me all’interno dell’edificio chiamato “teatro” non spettatori, ma parte viva di uno spettacolo che potrebbe anche far riflettere alcuni di loro.

Convinzioni da scalzare, punti di vista da rivedere, una girandola emotiva che coinvolge tutti e non solo me. Uno spettacolo che negli anni è cambiato molto, ma che saprà affrontare tanti temi diversi. In molti tornano a vedere questo spettacolo per questo motivo, un po’ come tornare sul luogo del delitto».


Come a voler aggiungere ogni volta un’esperienza diversa, quindi?
«Forse sono percepita con sospetto, nel senso che gli spettatori sospettano che io non dica tutto. Alludo a molto, ma non dico sempre tutto. Ci sono degli spettacoli che variano a seconda del mio umore, del rapporto che si instaura con il pubblico e magari posso essere più lieve. Variabili che però fanno parte della vita e che non possiamo ignorare perché il teatro è il luogo di rappresentazione della vita».
Possiamo considerare il teatro come una sorta di vaccino per l’anima?
«Il vaccino è sempre il vaccino, è evidente. Ma noi possiamo certamente considerare il teatro come il vaccino per l’ignoranza, un vaccino per aprire le menti e per intrattenere la tristezza delle persone. L’avanspettacolo è stato un primo esempio. Il teatro ha sempre avuto il compito di formazione culturale, qualunque essa sia. Risate e conforto sono cultura, così come lo è il dramma. Il teatro è una scatola magica che ci impegna tantissimo nella fantasia».

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