Il sindaco Ricci: «Vi spiego perchè Pesaro alle prossime amministrative non sarà un'altra Ancona»

Il primo cittadino incalzato alla Festa dell'Unità

Matteo Ricci e Giancarlo Laurenzi
Matteo Ricci e Giancarlo Laurenzi
di Simonetta Marfoglia
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Lunedì 24 Luglio 2023, 02:55 - Ultimo aggiornamento: 12:12
PESARO Avviso ai naviganti: se Pesaro nel 2024 dovrà essere la linea del Piave, quella linea il centrodestra non l’oltrepasserà. Matteo Ricci l’aveva già detto al suo one man show per i suoi 9 anni da sindaco ma l’ha rimarcato ieri sera al dibattito di chiusura della Festa dell’Unità dove ha diviso il palco con il presidente della Provincia Giuseppe Paolini. A confronto con il direttore del Corriere Adriatico Giancarlo Laurenzi i temi affrontati sono stati quelli da prateria politica, ovvero il Pd versus Governo - dalle battaglie potenti come quella sul salario minimo capace di ricompattare l’opposizione a quelle più annose legate alla riforma della giustizia soprattutto nel post Berlusconi - ma il planare sulle questioni locali, dal Comune alla Regione, e sui fronti aperti, era un richiamo troppo forte per non essere raccolto e rilanciato.


Il riferimento


Il leit motiv di riferimento è stato il “modello Marche” coniato con successo da Giorgia Meloni ad Ancona in chiusura della campagna elettorale e che ha portato poi a servire su un piatto d’argento la testa del Pd dorico quasi la premier fosse una moderna Salomè. Caduta Ancona al centrosinistra resta solo Pesaro per mettere la bandierina su tutti i capoluoghi di Regione e giugno 2024 è davvero dietro l’angolo. «No - ha detto Ricci ribadendo la corsa a due tra i candidati Daniele Vimini e Andrea Biancani con primarie di coalizione alla bisogna - Pesaro non sarà Ancona. Si tratta di due realtà amministrative diverse. Tra noi non ci sono divisioni e abbiamo già alleanze solide, con i 5 Stelle e con i Verdi, anzi ne approfitto per chiedere alla politica di fare basta con i veti i contro veti a livello locale: facciamo gli accordi sui programmi da portare avanti. Nel 2019 mi sono affermato con oltre il 57% e nell’election day alle Europee c’era la corazzata Salvini. Teoricamente, contando sul bacino di alleanze già formate e liste civiche, come centrosinistra potremmo essere al 67%.

La verità è che, girando per Pesaro, non ho ancora trovato un pesarese che mi ha votato e che si è detto pentito di averlo fatto, semmai è successo il contrario. Per questo rafforzo quanto ho già detto: la destra a Pesaro sbatterà il muso e sarà una botta bella forte. Lo risbatterà come quattro anni fa quando aveva già preparato spumante e locale per festeggiare. Noi siamo una squadra. Certo, non dobbiamo commettere errori. Se facciamo i conti sul piano nazionale tra alleanze siamo 20 punti sotto ma la partita si gioca qua, non a Roma». E a domanda sui lavori ancora incompiuti come l’hangar di viale dei Partigiani la replica è secca: «Il vecchio palas lo inaugureremo eccome. E sarà lo schiaffo finale». Il rischio è però quello della solitudine dei numeri primi, ovvero l’interruzione della filiera che dal Governo arriva alla Regione e poi direttamente ai Comuni.

«Penalizzano Pesaro»


«Ci provino - arringa dal palco - a penalizzare ulteriormente Pesaro e il territorio e sarà la rivolta. Non basta quello che già sta facendo la destra in Regione sulla sanità: e che la smettano una volta per tutte di dare la colpa a chi c’era prima. Sono passati tre anni, la finiscano di equivocare lo stare al governo con la propaganda. Piuttosto a livello nazionale non dobbiamo accontentarci di viaggiare attorno al 19/20% nei sondaggi». 


Puntare al 25%


«Noi - argomenta -dobbiamo competere con Fratelli d’Italia ed essere il primo partito alle Europee puntando al 25%. Il Pd ha una vocazione maggioritaria e ciò significa essere il primo partito anche se resta quello più complicato. Di scissione non voglio nemmeno sentirne parlare, sarebbe mortale, abbiamo bisogno di tutti e di preservare il nostro pluralismo». Il futuro di Ricci alla fine del suo decennio da sindaco resta sullo sfondo ma è Laurenzi a vaticinare: o da dietro le quinte o direttamente in pista, la sensazione è che sarà da protagonista.
 

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