Ragazzi stranieri, Lara Ricciatti responsabile della comunità di Fano "Casa Lucia": «A 18 anni hanno un lavoro, ma la vera emergenza è abitativa»

Ragazzi stranieri, Ricciatti responsabile della comunità: «A 18 anni hanno un lavoro, la vera emergenza è abitativa». Nella foto Lara Ricciatti con alcuni ospiti minori (con il volto coperto) di Casa Lucia
Ragazzi stranieri, Ricciatti responsabile della comunità: «A 18 anni hanno un lavoro, la vera emergenza è abitativa». Nella foto Lara Ricciatti con alcuni ospiti minori (con il volto coperto) di Casa Lucia
di Osvaldo Scatassi
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Martedì 5 Settembre 2023, 02:10 - Ultimo aggiornamento: 11:10

FANO - Quando si tratta del disagio giovanile, «la vera emergenza è abitativa». Lo assicura Lara Ricciatti, responsabile di struttura a Casa Lucia, che si occupa di minori. «Molti dei minori stranieri non accompagnati – argomenta Ricciatti – quando compiono 18 anni hanno un lavoro, ma uscendo dalla comunità non sanno dove andare. Affitti non se ne trovano e anche qualora si scovasse qualche disponibilità, interviene il pregiudizio: sia sulla giovane età sia sulla nazionalità. Istituzioni, servizi e chiunque se ne voglia occupare dovrebbero intervenire, cercando soluzioni a favore dell’integrazione, tanto evocata ma raramente sostenuta». 

I cardini di studio e socialità

Il dibattito sul disagio giovanile, soprattutto riguardo ai ragazzi originari di altri Paesi, ha ripreso vigore a Fano dopo recenti episodi che hanno suscitato preoccupazione. Ricciatti prende la parola per portare chiarezza. «L’integrazione – prosegue la responsabile di struttura – si fonda su tre pilastri principali. Uno è lo studio dell’italiano e per tale motivo ringrazio di nuovo Bcc Fano: il suo sostegno ci ha permesso di chiamare durante l’estate un altro insegnante per i nostri ragazzi, che andranno a scuola, al centro provinciale per l’istruzione degli adulti (Cpia), da metà settembre. Gli altri due pilastri sono socialità e lavoro. Grazie a un progetto con l’Africa Chiama, tutti gli ospiti di Casa Lucia hanno fatto esperienze nel mondo del volontariato. Il nostro impegno quotidiano è di costruire reti e relazioni con il territorio. Il lavoro è per i nostri ragazzi il cruccio, l’ossessione. Sia perché devono aiutare le famiglie rimaste nei Paesi d’origine sia perché sono consapevoli che alla maggiore età dovranno lasciare la comunità, provvedendo a loro stessi in autonomia. Già a 17 anni imparano un lavoro grazie ai tirocini, che nella stragrande maggioranza si trasformano in contratto al compimento dei 18 anni».

La cooperativa Utopia

Casa Lucia è una struttura della coop Utopia, nata nel 2016 per l’intensificarsi del fenomeno migratorio, che oggi si occupa di richiedenti asilo politico, minori stranieri non accompagnanti, minori di qualsiasi nazionalità senza una famiglia e minori da collocare in struttura da parte dei Tribunali, di età compresa tra 15 e 18 anni. Finora sono state 160 le persone prese in carico. Un servizio sotto forte pressione, in tutti i sensi.

«Le chiamate – specifica Ricciatti – sono ormai molteplici e quotidiane, da ogni parte d’Italia. Servizi sociali o servizi di pronto intervento sociale ci contattano per sapere se abbiamo posto e quando sarà la prossima dimissione. È un errore sostenere che ci sia un’emergenza riguardante i minori stranieri non accompagnati, al tempo stesso si rilevano le criticità strutturali nel sistema di accoglienza: non ci vuole molto a capire che sia saltata la prima accoglienza. Arrivano ragazzi senza documenti, con la scabbia, che non parlano una sola parola di italiano».

La micro-criminalità

Ricciatti non si sottrae al tema della micro-criminalità, evidenzia la proficua collaborazione con forze dell’ordine e servizi sociali del Comune, ma invita a non fare di tutta un’erba un fascio e di conseguenza a evitare «stucchevoli polemiche politiche sulla pelle degli esseri umani», aggiungendo: «Abbiamo visto sia percorsi assolutamente positivi sia percorsi falliti».

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