Candidato sindaco Pd, niente nome. I tre saggi a Pesaro ci pensano ancora un po’

Candidato sindaco Pd, niente nome. I tre saggi a Pesaro ci pensano ancora un po’
Candidato sindaco Pd, niente nome. I tre saggi a Pesaro ci pensano ancora un po’
di Silvia Sinibaldi
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Domenica 10 Marzo 2024, 03:40 - Ultimo aggiornamento: 11:54

PESARO Era nelle premesse: dall’incontro dei saggi di venerdì sera il Pd non sarebbe uscito con un nome. Il massimo del risultato ottenuto è stato una stretta di mano tra il segretario comunale Giampiero Bellucci, il sindaco Matteo Ricci e Luca Ceriscioli per la direzione regionale. Ci rivediamo la prossima settimana.

Porte (un po’) più aperte

E questa volta con i tre candidati a sindaco: in rigoroso ordine alfabetico Andrea Biancani, Sara Mengucci e Daniele Vimini.

Traducendo le parole di un ermetico Bellucci le primarie sembrano allontanarsi e con loro le chance della candidata, ma le trattative non sono matematica. Per il resto: «è stata l’occasione di confrontarsi in maniera aperta - racconta il segretario comunale - in un dibattito non semplice ma comunque lungo un percorso interessante. Abbiamo tutti la consapevolezza che l’obiettivo non è solo confermare l’amministrazione del centrosinistra ma anche presentare una proposta politica forte con una visione capace di guardare lontano. Pesaro rappresenta un baluardo in una regione tutta rivolta a destra e noi dobbiamo elaborare una vera proposta alternativa».

Un vago sapore di aria fritta che Bellucci percepisce e si fa più concreto: «Ci aspetta una campagna elettorale complicata dove gli avversari metteranno in campo grandi forze, arriveranno ministri con capacità di propaganda considerevoli. Per questo dovremo essere in grado di incidere con un forte impatto politico». Amen.

L’altro summit

Ieri mattina, dopo il confronto casalingo, il segretario Bellucci si è incontrato con una delegazione dei 5 Stelle capitanata dalla coordinatrice provinciale e consigliera regionale Marta Ruggeri e dall’assessora Francesca Frenquellucci. Lapidario resoconto condiviso: «Si è parlato del futuro della città e della valorizzazione del lavoro condiviso e realizzato negli ultimi 4 anni, visti i risultati raggiunti insieme dai quali partire per il futuro (politiche sociali, ambiente, innovazione e transizione ecologica) Il clima dell'incontro è stato collaborativo e propositivo e ci auguriamo che questo modello di confronto prosegua per consentire alla futura coalizione di centrosinistra di collaborare in modo efficace alla realizzazione di un progetto comune». Quanto al candidato i pentastellati sperano in un «percorso unitario interno al Pd» da condividere poi con gli alleati. Un segno tangibile delle preoccupazioni che attraversano tutti i possibili alleati, da Italia Viva a Una città in Comune che mandano segnali di equidistanza tra centrosinistra e centrodestra.

La riflessione

Che il Pd possa farsi male da solo non sarebbe una novità visto che a distanza da una consultazione forte come quella avvenuta tra gli iscritti e di una indicazione chiara sulla candidatura, sparigliano le carte da Villa Fastiggi chiedendo le primarie e candidando Sara Mengucci, si sfiniscono i tre papabili in un’attesa che non fa bene a nessuno e bisognerà attendere la metà del mese per rivedere Bellucci alle prese con Ceriscioli e Ricci, magari saggi, ma poco generosi sia con il segretario comunale che con gli iscritti.

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