Dalla benzina ai treni, ecco il salasso per i pendolari: regge solo il bus

Dalla benzina ai treni, ecco il salasso per i pendolari: regge solo il bus
Dalla benzina ai treni, ecco il salasso per i pendolari: regge solo il bus
di Veronique Angeletti
4 Minuti di Lettura
Sabato 7 Gennaio 2023, 06:20

PESARO  - Inizio anno decisamente all’insegna delle stangate. Purtroppo, costerà più caro spostarsi. E’ aumentato il prezzo della benzina, del gasolio, del gpl e le scure del rialzo hanno toccato pure i pedaggi di almeno metà della rete autostradale. Non solo: è aumentato anche il biglietto del treno. L’abbonamento regionale annuale Marche, per la tratta Pesaro-Ancona, sfruttato giornalmente da centinaia di pendolari è aumentato di quasi il 10% passando da 822 a 895 euro. Tornando a chi si sposta in auto l’aumento a pieno, stima il Codacons, è di 9,15 euro, il che significa che un automobilista, con un rifornimento di 2 pieni al mese, spenderà quasi 220 euro in più nel 2023. 


Un po’ di conti


Quanto ai pedaggi, il rincaro è stato comunicato dal Ministero dei Trasporti che conferma che, dal primo gennaio, le tariffe sulle arterie di competenza di Autostrada per l’Italia sono aumentate del 2% a cui si aggiungerà un altro 1,23% ma dal 1° luglio.

Soffre pertanto molto il pendolare anche se, chi soffre di più, è il settore dell’autotrasporto che, davvero, non sa questa volta a chi bussare. Gli aumenti nascono dalla decisione del governo di non prorogare lo sconto sulle accise introdotto dal decreto Ucraina Bis. Taglio negoziato dalle associazioni di categoria con il Governo Draghi, che quello attuale ha, in un primo tempo dimezzato (da 30,5 centesimi a 18,3 a litro) e poi, a fine dicembre, cancellato. «Un’informazione che conoscevamo – confermano i titolari della cagliese Catria Energy – che ci ha spinto a caricare al massimo i nostri impianti gli ultimi giorni del 2022, convinti che ci sarebbero state file e file di automobilisti davanti alle nostre pompe di benzine a Cagli, Fossombrone e Pergola». 


Quello che emerge


«Situazione - proseguono - che, tuttavia, non si è verificata e le vendite sono rimaste stabile». Un segnale che il consumatore si è assuefatto ai rincari? Rispondono: «O che non è stato divulgata abbastanza la notizia. Questo non lo sappiamo ma quello che emerge è che nel nostro bilancio a fine anno, si è ridotta la redditività ma non i volumi, anzi abbiamo un incremento con la scelta di molti clienti di abbandonare il metano per la benzina». Settore che, temono, potrebbe riprendere solo se si abbassa il prezzo del gas. «Anche se – sottolineano – per il momento il famoso dilemma se acquistare una macchina a gas o a benzina non si pone nemmeno più». Per gli autotrasportatori, gli aumenti sono «l’ennesimo schiaffo al settore». Lucio Barattini, il Presidente della Cooperativa Carp di Pesaro e vicepresidente della Cna Nazionale Trasporto teme per la tenuta delle aziende. «E’ l’ennesima ripartenza tutta in salita - denuncia -. Il comparto è sempre più penalizzato. Il caro carburante, l’aumento dell’AdBlue, il rincaro degli pneumatici, dei premi assicurativi, dei prezzi degli automezzi che sono cresciuti del 30%». 


Tutto in salita


Osserva che il petrolio al barile oscilla da mesi tra 70 e 80 dollari ma il prezzo alla pompa non va di pari passo. «Per non parlare del costo del metano che seppur è stato svalutato del 50% continua ad affossare le aziende che hanno investito in mezzi a gas e condiviso lo spirito della transizione ecologica». Sul fondo di 200 milioni previsto dalla legge di bilancio per veicoli di categoria euro 5 o superiore s’interroga le modalità con cui saranno erogati i contributi. «Un insieme di condizioni instabili - conclude - che ci impediscono di fare contratti equi con la committenza. Motivo per cui abbiamo bisogno di politiche di lungo corso, almeno fino al 2030, che mantengano la differenza del prezzo carburante intra rete ed extra rete, mirano ad armonizzare i costi al livello europeo e fanno che la legalità prevalga finalmente sull’illegalità. Essere visti come eroi quando le situazioni sono complicate non ci basta, abbiamo diritto ad avere lo status che ci meritiamo, quello di essere un anello importante nella strategia complessiva di sviluppo del Paese». 


Ma c’è chi tiene


Quanto al trasporto pubblico locale, niente timori, nessun ritocco al rialzo per i biglietti bus a differenza di molte altre città. A Milano, ad esempio, l’aumento dovrebbe scattare a partire dal 9 gennaio e il prezzo dei biglietti salirà dagli attuali 2 euro a 2,20. «Il prezzo è stato fissato dal tariffario regionale in vigore fino al 8 agosto 2022 - conferma il direttore di Adriabus Massimo Benedetti –. La corsa urbana a Pesaro, Fano e Urbino continuerà a costare quindi 1,35 centesimi». 

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