Pesaro, ad un anno dal terremoto (quasi) tutti hanno un tetto. Restano 4 sfollati e due chiese chiuse (più la polemica sui fondi)

Pesaro, ad un anno dal terremoto (quasi) tutti hanno un tetto
Pesaro, ad un anno dal terremoto (quasi) tutti hanno un tetto
di Silvia Sinibaldi
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Mercoledì 8 Novembre 2023, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 14:57

PESARO - L’incubo del terremoto del 9 novembre dell’anno scorso è tornato ieri ad aleggiare nell’aula dell’assemblea legislativa delle Marche, rilanciato da un’interrogazione del Gruppo Pd, primo firmatario Antonio Mastrovincenzo. La nostra provincia e quella di Ancona sono i territori che hanno subito più danni. 

Le accuse

«A un anno dal terremoto, non si è mosso nulla - ha detto Mastrovincenzo - e ancora le famiglie devono ricevere il Cas (contributo per l’autonoma sistemazione): è una vergogna.

Vi vantate della filiera di governo ma non avete mosso un dito per attivarvi. Stanziare 4 milioni per la ricostruzione è offensivo, sono briciole. Le famiglie non possono essere trattate in questa maniera». Mastrovincenzo ha annunciato che verrà presentata una interrogazione parlamentare dal deputato Augusto Curti. Se la provincia di Ancona conta 750 persone con le abitazioni danneggiate e circa 130 ancora senza casa, per Pesaro le cose sono andate diversamente. I circa 60 sfollati sono da tempo rientrati nelle loro abitazioni, fatto salvo il caso di 4 persone con abitazione sul colle Ardizio che sono ancora in fase di ristrutturazione e che dunque alloggiano in case in affitto. Per le spese di assistenza a queste 60 persone il Comune ha ricevuto 5mila euro. L’emergenza maggiore era stata causata dalla ciminiera Molaroni, pericolante, che incombeva su alcune abitazioni di via Luca Della Robbia. Manufatto rapidamente abbattuto con i residenti ritornati nelle loro case. L’altra emergenza aveva riguardato alcuni condomini della zona di via La Marca anche in questo caso già risolta. Gravi danni aveva riportato invece il Teatro Rossini che è stato ripristinato e già inaugurato. Tre le chiese che hanno subito lesioni significative quella di San Decenzio è stata riaperta domenica scorsa mentre restano ancora senza un chiaro futuro quella di Candelara e quella di Roncosanbaccio. Restaurata e inaugurata anche la Madonna della chiesa dei Cappuccini, che per Pesaro è stata un po’ il simbolo del terremoto dell’anno scorso. Nella risposta all’interrogazione di Mastrovincenzo l’assessore regionale Goffredo Brandoni ha ricordato tutti i passaggi amministrativi. Dopo i «4.860 milioni di euro» messi a disposizione con delibera del Consiglio dei Ministri l’11 aprile 2023, per gli «ulteriori fabbisogni nel secondo piano di interventi», la Regione ha presentato al Dipartimento di Protezione civile «un elenco di 147 interventi su edifici di proprietà dei Comuni di Ancona, Fano e Pesaro, e delle province di Ancona e Pesaro Urbino, per circa 62 milioni di euro». La giunta ha ribadito: «gli uffici stanno lavorando alle richieste pervenute dal Dipartimento di Protezione civile sotto il coordinamento del Soggetto attuatore sisma 2022». 


La difesa


«Ad oggi - ha concluso Brandoni nella risposta per conto della Giunta -, oltre agli atti richiamati del Consiglio dei Ministri e del Capo Dipartimento Protezione Civile, per quanto di competenza si evidenzia che non sono state emesse altre normative che dispongono direttive in merito alla fase di ricostruzione, sia per la definizione delle procedure da adottare che sulle conseguenti coperture finanziarie da utilizzare». 

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