PESARO - Lo picchiarono con delle canne di bambù dopo avergli rubato il telefonino e la bicicletta. La loro corsa nel tentativo di fuggire finì davanti alla sede della questura. E ora, davanti al collegio del tribunale di Pesaro, rischiano grosso. Già, perché l’accusa è quella di rapina aggravata e la pena va da cinque a dieci anni.
Il caso risale al dicembre del 2021 quando la Volante della Questura sentì le grida in via Giordano Bruno di un cittadino liberiano di 22 anni che imprecava contro due pakistani di 27 e 33 anni.
Il ragazzo, regolare sul territorio, però non ha lasciato perdere e li ha inseguiti per le vie del centro per cercare di riavere il maltolto. Ma i due, poco pratici della città di Pesaro, sono finiti in bocca alla Questura, proprio in via Giordano Bruno fornendo uno degli assist più comodi per i poliziotti che hanno subito risolto la situazione. I due sono stati arrestati per rapina e per resistenza a pubblico ufficiale e portati al penitenziario di Villa Fastiggi.
Ieri davanti al collegio è iniziato il processo con uno dei pachistani difeso dall’avvocato Andrea Reginelli. Per loro l’accusa è di rapina aggravata dal fatto di averla commessa in più persone riunite e con l’uso di strumenti atti ad offendere. Poi l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale per via delle spinte e strattonamenti ai due agenti.
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