Prima pietra di Ricci & friends per l’operazione Regione 2025

Il sindaco si candiderà alle Europee (Schlein permettendo), ma nel mirino c’è Acquaroli

Prima pietra di Ricci & friends per l’operazione Regione 2025
Prima pietra di Ricci & friends per l’operazione Regione 2025
di Martina Marinangeli
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Sabato 16 Marzo 2024, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 17 Marzo, 11:05

«Da Pesaro partirà la riscossa alla conquista delle Marche». Il copyright è di Matteo Ricci, che in un intervento sul nostro giornale a gennaio, aveva già dettato la linea. Dopo le dilanianti guerre interne che hanno fatto a pezzi il Pd ad ogni latitudine regionale, i pesaresi - plenipotenziari del partito per definizione - hanno ora serrato i ranghi e si preparano a riconquistare Palazzo Raffaello. La scelta di Biancani come candidato sindaco è solo la prima pietra di un progetto molto più ambizioso che punta alla Regione nel 2025. 


La strategia


Anno in cui a guidare la carica per la (ri)presa della Bastiglia marchigiana sarà - dicono i rumors di palazzo - proprio Ricci.

Che ora vuole candidarsi alle Europee (se la segretaria Schlein glielo permetterà) per misurarsi in termini di voti alle urne. Il vero obiettivo, però, è strappare dalle mani di Acquaroli lo scettro di governatore. Per poter avere una chance di riuscire nell’intento, la conditio sine qua non era la ricucitura dello strappo con l’ex governatore Luca Ceriscioli, abbattuto nella corsa per la ricandidatura nel 2020 proprio dal fuoco amico (si fa per dire) pesarese. 


La quiete dopo la tempesta


E così la fascia tricolore della città è diventata una sorta di cambiale da spendere per una posta ben più alta. Ricci avrebbe voluto lasciare il testimone al suo delfino Vimini, così da mantenere il controllo sul comune che ha guidato per 10 anni. Una mossa che ad Ancona non ha pagato: la disfatta di Mancinelli-Simonella docet. Dal canto suo, la Villa Fastiggi di Ceriscioli puntava su Mr preferenze Andrea Biancani, che proprio alle Regionali del 2020 è stato capace di accaparrarsi più di 10mila voti quando il Pd ne ha presi meno di un amministratore di condominio. Per mettersi di traverso, Ceriscioli&co avevano buttato nell’arena anche Sara Mengucci: così, per dare fastidio. 


La chiave di volta


Siccome tra gli eventuali difetti di Ricci di certo non c’è l’ingenuità, ha capito che provare ad imporre Vimini sarebbe stato deleterio per le sue prospettive sul lungo termine, e così si è arrivati al compromesso storico su Biancani, che in questo modo diventa garante della pax pesarese dem. Sistemata la casella Pesaro, ora partono le grandi manovre. Il primo step per Ricci sono le Europee: ha già detto urbi et orbi che è disponibile per la corsa, ma a decidere se l’autocandidatura si trasformerà nel suo nome scritto nero su bianco nella lista è la segretaria nazionale del Pd Schlein. Una donna che sta cercando di far passare il concetto di parità di genere all’interno del new deal di un partito paradossalmente poco incline a dare spazi importanti alle quote rosa. Ecco allora che si ripropone l’eterno ritorno dell’uguale nello scontro di potere con la più acerrima nemica di Ricci in terra pesarese: Alessia Morani. Anche lei pronta alla sfida a Bruxelles, potrebbe rappresentare uno degli ostacoli più impervi per i desiderata del sindaco uscente. A differenza di Ricci, Morani ha appoggiato l’attuale segretaria regionale del Pd Bomprezzi. Tradotto, si trova dalla parte giusta nelle Marche: quella della maggioranza. 


Il colpo di scena


Per essere il candidato governatore del Pd nel 2025, Ricci dovrà tendere la mano anche verso Morani, insomma. Più facile a dirsi che a farsi, visto che l’ex deputata lo considera la causa della mancata rielezione in Parlamento nel 2022. E il sindaco deve anche sperare che la pace con Ceriscioli appena raggiunta non nasconda in realtà il colpo di scena proprio nell’ultimo miglio della corsa a Palazzo Raffaello. Uno sgambetto per ripagarlo della stessa moneta. Nel lungo corso della sua vita politica, Ricci si è fatto ben più di un nemico interno: la sfida per lui ora è saper evitare la notte dei lunghi coltelli. Perché il vero avversario non è Acquaroli. Ma casa sua.
 

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