Pesaro, resta paralizzato dopo una malattia rara, in 6 mesi è tornato a camminare. Ecco come

Pesaro, resta paralizzato dopo una malattia rara, in 6 mesi è tornato a camminare. Ecco come
di Miléna Bonaparte
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Venerdì 8 Settembre 2023, 06:55 - Ultimo aggiornamento: 11:18
PESARO «Sono rimasto sempre lucido, nonostante la sofferenza e una grande paura. Le mie fisioterapiste, Pamela e Giulia, erano come due angioletti: esercizio dopo esercizio, a letto e in palestra, mi hanno fatto tornare a camminare. Un percorso durissimo per fortuna a lieto fine. Ma ho ancora un sogno, ricominciare a correre». Dalla paralisi completa degli arti, con il sondino per nutrirsi e la ventilazione meccanica, fino a salire in sella alla bicicletta per fare un giretto sotto casa, dopo appena sei mesi di riabilitazione, è a dir poco un miracolo. Una ”resurrezione” quella di Giuseppe Adragna, 61 anni da compiere a ottobre, noto podista amatoriale pesarese originario di un paesino vicino a Trapani ed ex agente di polizia penitenziaria. 


La “corsa per la vita”


Nella struttura riabilitativa Santo Stefano di Villa Fastiggi del Gruppo Kos, dove l’ex atleta è stato in cura, tutta l’équipe parla di una velocissima e straordinaria ”corsa per la vita” nella quale la robusta muscolatura dello sportivo, una forza di volontà incrollabile, la metodica degli allenamenti e, naturalmente, un indicato percorso di cure mediche sono stati il mix perfetto per la guarigione. Nessuno, insomma, ha mollato la presa un attimo perché il nemico da combattere era di quelli tosti: Giuseppe soffriva di una forma aggressiva della sindrome di Guillain-Barré che può portare alla paresi definitiva e anche alla morte per le complicazioni respiratorie, cardiovascolari o infettive. 
Un prodigio clinico che il centro Santo Stefano ha voluto raccontare proprio adesso perché oggi, l’8 settembre, è la Giornata mondiale del fisioterapista, a un anno esatto dalla istituzione dell’Ordine professionale. Una figura chiave nel recupero del paziente, seguito in particolare dalle due giovani specialiste Giulia Baglioni e Pamela Diotallevi. Quando Giuseppe è entrato al Santo Stefano era settembre del 2022 e non si muoveva più. Ne è uscito lo scorso febbraio accennando una delle sue corsette preferite con addosso la maglia del cuore, quella del gruppo sportivo podistico del carcere di Villa Fastiggi dove lavorava. All’inizio non riusciva a stare in piedi, né a camminare, i quattro arti erano paralizzati, respirava e si alimentava con l’aiuto delle macchine, solo qualche cenno del capo.
«Con il signor Giuseppe abbiamo deciso di giocare il tutto per tutto - racconta la dottoressa Sara Loriga, geriatra della struttura -, si è lavorato fin dall’inizio con il gruppo riabilitativo al completo (fisioterapisti, logopediste e neuropsicologa) per definire un programma su misura, prolungando il trattamento farmacologico e ottenendo buoni risultati. Ma soprattutto abbiamo assecondato il coraggio e il desiderio di riprendersi del paziente. È sempre stato vigile e ci ha fatto capire che voleva farcela». Le fisioterapiste sono rimaste stupefatte: «Durante i sei mesi di riabilitazione il signor Giuseppe ha mostrato costanza negli esercizi, una forza e una determinazione davvero fuori dal comune. Questa predisposizione ha avuto un ruolo decisivo nello straordinario recupero. Sicuramente la sua mentalità di podista, fatta di concentrazione, pazienza e autodisciplina, è stata determinante». 
A febbraio Giuseppe è uscito dal Santo Stefano sulle sue gambe. «Oggi mi faccio qualche breve corsa - commenta felice -, ma non sono ancora pronto per riprendere l’attività agonistica, vado quindi in bicicletta per proseguire gli allenamenti.

Ho ancora un sogno nel cassetto, però, riprovare l’ebbrezza e la felicità delle gare podistiche. Intanto ringrazio i miei due angeli custodi, i medici e i sanitari che mi hanno salvato». 


La struttura


Il centro di Villa Fastiggi è una struttura da 80 posti letto specializzata nella riabilitazione neurologica, ortopedica e cardio-pneumologica. In particolare vi operano un nucleo che si dedica a persone con gravi lesioni cerebrali e un altro per i pazienti in stato vegetativo, con una presa in carico di lungo periodo anche a sostegno delle famiglie. Ora il podista si gode la pensione con lo sport nel cuore ed è sempre di buon umore: «Se sono anche un pittore? - si mette a ridere -. A Pesaro vive un altro Giuseppe Adragna, anche lui di origini siciliane, ma senza alcun legame di parentela con la mia famiglia. Ha una galleria in via Giordano Bruno. I casi della vita... ».
Miléna Bonaparte 
 

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