Fiorenzuolo accusa: «Maria Cecilia Hospital, grande beffa per Fano e forzature sulla compatibilità della struttura»

L' ex direttore Sanitario di Marche Nord: "Manca l’attività preliminare per l’accreditamento"

Fiorenzuolo accusa: «Maria Cecilia Hospital, grande beffa per Fano e forzature sulla compatibilità della struttura»
Fiorenzuolo accusa: «Maria Cecilia Hospital, grande beffa per Fano e forzature sulla compatibilità della struttura»
di Silvia Sinibaldi
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Martedì 26 Marzo 2024, 04:40 - Ultimo aggiornamento: 12:13

PESARO - Siamo all’avvio del processo autorizzativo che porterà alla costruzione della clinica privata a Villa Fastigi per la realizzazione di una struttura ospedaliera con 4 posti letto di terapia intensiva, 70 posti letto destinati ad attività chirurgica, 10 posti letto ad attività medica, blocco operatorio, poliambulatorio e diagnostica per immagini. «Con buona pace - scrive Giovanni Fiorenzuolo, ex direttore sanitario degli ospedali Marche Nord - delle promesse fatte alla città di Fano e ai precedenti accordi tra Regione e Comune».

L’autorizzazione

Con il decreto del dirigente del settore autorizzazione e accreditamento del 21 dicembre 2023, al Comune di Pesaro, la società “Maria Cecilia Hospital Srl, una volta ottenuta a sua volta l’autorizzazione dal Comune che ne è titolare, può iniziare a realizzare la struttura.

«Ma dove è la beffa per Fano?».

Spiega Fiorenzuolo: «Non si parla più dei 50 posti letto di ortopedia ma di 70 posti di chirurgia indistinta, 10 di medicina e le altre attività previste. Il motivo per cui si sono aumentati i posti letto deriva da quanto previsto dal decreto ministeriale 70/2015 che stabilisce una soglia minima, per essere accreditati ed eventualmente convenzionati, relativa alle strutture ospedaliere private di almeno 60 posti letto per acuti. Ma se si esamina il parere espresso dalla Regione, emergono palesi forzature operate per giustificare l’esito favorevole della verifica di compatibilità della struttura».

Cosa non funziona? «Innanzitutto - chiarisce Fiorenzuolo - il reale fabbisogno di posti letto per acuti entro i limiti del 3 per mille attiene alla programmazione regionale che stabilisce anche le funzioni da assegnare ai presidi ospedalieri pubblici e privati. Una verifica delle strutture per singole discipline esistente, giacché sono previsti degli standard da rispettare.

«L’attività assistenziale esercitata per conto del Ssn viene annualmente programmata dalla Regione con la fissazione dei volumi di attività e dei tetti di remunerazione per prestazioni e funzioni da indicarsi negli appositi accordi contrattuali, le strutture ospedaliere private sono accreditate in base alla programmazione regionale».

Scelta di campo

Questa attività prevista dai decreti 70/2015 e dalla legge regionale 21/2016 è preliminare alla concessione di qualsiasi accreditamento istituzionale. Quindi aggiunge Fiorenzuolo «Ciò che emerge sembra essere una scelta di campo a favore del privato a scapito della città di Fano e delle strutture pubbliche che pure ci sono ma che devono essere messe in condizione di lavorare in sicurezza. Una incapacità progettuale dal momento che non si sa indicare quale sono le criticità a cui bisogna dare risposta». Infatti nel decreto del dirigente autorizzazione e accreditamento e scritto: “Nelle more della definizione del fabbisogno complessivo di assistenza ospedaliera in coerenza con l’adozione dell’atto aziendale dell’Ast di Pesaro-Urbino che fornirà specifici elementi relativamente alle caratteristiche del bisogno e dell’offerta sanitaria in un’ottica locale per garantire la capillarità e l’adeguatezza del servizio rispetto all’utenza, non si evidenziano al momento elementi relativi all’autorizzazione alla realizzazione che confliggono, nel territorio oggetto della richiesta, con la necessità di garantire maggiore accessibilità ai servizi e valorizzare le aree di insediamento prioritario di nuove strutture, fermo restando la valutazione dell’opportunità di contestuale riduzione dell’offerta sanitaria residenziale precedentemente resa disponibile dalla struttura di Villa Fastiggi oggetto della trasformazione in struttura di ricovero per acuti”. «Come per dire, in una battuta, non so cosa fare, intanto autorizzo a fare».

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