Pesaro, per l'ex orfanotrofio Zoccolette si raccolgono firme: «Vogliamo più spazi per la cultura»

Pesaro, per l'ex orfanotrofio Zoccolette si raccolgono firme
Pesaro, per l'ex orfanotrofio Zoccolette si raccolgono firme
di Miléna Bonaparte
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Mercoledì 13 Settembre 2023, 02:10 - Ultimo aggiornamento: 14:56

PESARO «Un passo avanti ci potrebbe essere stato. Dal Comune trapelano notizie secondo le quali il centro sociale per i giovani si farà nell’ex orfanotrofio e non dentro la chiesa del ’700 progettata da Lazzarini. Ma di promesse ne ho ricevute così tante che aspetto di vedere il piano di recupero definitivo dell’Erap. Intanto la nostra battaglia va avanti». Tra post allarmati, raccolte di firme e petizioni online il ”salvataggio” delle Zoccolette prosegue imperterrito promosso da Roberto Malini del comitato “Pesaro città d’arte e cultura”, da EveryOne Group e dal movimento animato dall’architetto Achille Paianini. 

 
Prima e dopo


Loro si sentono ”traditi” dalle istituzioni (Comune, Regione, Soprintendenza ed Erap) che, in un incontro a marzo 2022, li avrebbero rassicurati che la ristrutturazione del Complesso della Misericordia, la chiesetta-oratorio e il conservatorio dove vivevano le orfanelle tra via della Vetreria e della Battaglia, avrebbe previsto anche spazi culturali, a testimonianza dello storico passato del luogo. Una sorta di gratifica rispetto al ”boccone amaro” da digerire dell’edilizia sociale in un luogo protetto dai vincoli della Soprintendenza. Il progetto dell’Ente regionale per l’abitazione pubblica, che ha acquistato l’edificio dal Comune, prevede la realizzazione di 15 mini alloggi a edilizia agevolata su due piani lungo via della Battaglia, 14 più 1 poco più grande, mentre la giunta comunale con i fondi Pinqua Pnrr ha deciso di aprire un ritrovo sociale per i giovani come punto informativo e spazi pubblici nel grande atrio. 


Operazione “invasiva”


Un’operazione definita ”invasiva”, fin dall’inizio malvista dal comitato che ora ha presentato cinque pagine di osservazioni al piano di recupero dell’Erap, da discutere in consiglio comunale. «Sono previsti appartamenti anche al piano terra, dove avevamo ottenuto dei locali per la promozione della cultura - fa notare il coordinatore del gruppo -, si erano impegnati al restauro per un vero ritorno all’antico e la chiesa sarebbe diventata una saletta per concerti e piccole esposizioni d’arte.

La Soprintendenza non interviene con sufficiente energia, ma “lascia fare”, mentre il prezioso complesso viene trasformato in edilizia sociale ad altissimo costo, in denaro pubblico, a carico delle istituzioni. Oltre 300 mila euro è l’onere per costruire ogni mini alloggio di circa 38-45 metri quadrati». Nel frattempo Malini ha lanciato una raccolta di firme su change.org al grido di ”Salviamo il complesso della Misericordia a Pesaro, capolavoro di Giannandrea Lazzarini (1710-1801)”. 


La petizione si rivolge «a tutti i cittadini che amano l’arte, i beni culturali, la memoria della nostra storia, per evitare che il Complesso della Misericordia venga trasformato in edilizia di basso profilo. Chiediamo che il conservatorio-orfanotrofio sia valorizzato e l’oratorio-chiesa, capolavoro del classicismo spirituale settecentesco di Giannandrea Lazzarini, non risulti umiliato, diventando un centro sociale. Il bellissimo tempio deve essere invece rispettato nei suoi valori storici e architettonici, com’era previsto nei precedenti accordi fra istituzioni e società civile, e adibito a funzioni esclusivamente culturali. Il momento per firmare e appellarsi alle istituzioni, che ancora possono cambiare il progetto, è adesso: si rischia di perdere una delle architetture più preziose, un monumento al Settecento italiano ed europeo». 
 

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