Villa Molaroni e il museo, la Renco torna al timone. Gestione alla holding per altri 10 anni: un ponte tra le città di mare

Villa Molaroni
Villa Molaroni
di Miléna Bonaparte
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Giovedì 6 Aprile 2023, 10:15 - Ultimo aggiornamento: 11:06

PESARO  - Visite gratuite per tutti, un ponte con le più antiche città di mare italiane ed europee, l’impegno economico di 60mila euro all’anno. Sono le principali rotte del programma con il quale la holding Renco torna al timone di Villa Molaroni, del Museo della marineria Washington Patrignani e del parco-giardino secolare per i prossimi dieci anni. Una conferma dopo l’incarico del 2003 per il restyling del complesso di viale Pola e quello per la gestione delle attività culturali a partire dal 2007. 


L’impresa illuminata


Prosegue dunque il “mecenatismo” dei Gasparini, unito alla passione per le navigazioni a vela e le tradizioni del porto, con il presidente della società pesarese di ingegneria e costruzioni Giovanni, figlio del fondatore Rinaldo Gasparini.

Definiti ”imprenditori illuminati” (il gruppo è attivo a livello internazionale), hanno di nuovo vinto il bando del Comune rivolto ai privati, attraverso una concessione in uso, per la gestione dei servizi museali, del parco e della sede monumentale che risalgono ai primi del Novecento. Una strategia di valorizzazione di Villa Molaroni e dei suoi tesori soprattutto in vista di Pesaro 2024 Capitale italiana della cultura e, insieme al Comune di Urbino, della Capitale europea della cultura 2033.

E proprio per questi obiettivi legati alle due kermesse, la Renco ha proposto di ”sostenere e consolidare il legame di relazioni con le città marinare di Chioggia, Burano, Martigues e altre località della Provenza, della Catalogna e della Croazia, tutte storicamente legate al porto di Pesaro per scambi culturali e commerciali documentati fino a oggi”. Un programma, quello della Renco, premiato dal rinnovo della convenzione anche perché ”vantaggioso per il Comune in quanto garantisce la fruizione gratuita dei servizi museali e delle attività attraverso un impegno economico della Renco per 60mila euro annui, dal 2023 fino al 2033”. 


Gli impegni


La società si impegna per ”l’ampia fruibilità del Museo della marineria, i servizi di gestione delle esposizioni e delle iniziative culturali, in linea con gli indirizzi e le strategie del Comune. Grazie al rinnovo dell’incarico, tutto questo potrà avvenire in sinergia con il circuito Pesaro Musei, nell’ottica di una proposta sempre più coordinata e funzionale per accogliere al meglio i visitatori e i turisti che sceglieranno Pesaro 2024 come loro meta”.  Lo storico complesso è stato costruito nel 1924 dalla famiglia Molaroni, dell’omonima manifattura di ceramiche artistiche fondata nel 1880. La villa è stata acquistata nel 1970 dal Comune, poi a partire dal 1987 si è costituito il Museo del mare. I lavori di restauro dell’edificio e risanamento del parco sono stati effettuati dalla Renco tra il 2003 e il 2007. E, dopo la riapertura, la società di ingegneria e costruzioni, attiva nei settori energia, oil & gas e infrastrutture, ha anche gestito il percorso espositivo che riscopre l’identità marinara di Pesaro nelle sezioni dedicate a naufragi e relitti, tipi di barche, tecniche di navigazione e di pesca, gente di mare e maestri d’ascia. 


L’allestimento


Il museo è nato dall’appassionato lavoro di Washington Patrignani (1915-1999), professore e studioso di storia e tecniche navali che ha raccolto dai pescatori del porto le barche e gli strumenti del loro lavoro. Un percorso nella civiltà marinara che illustra la vita quotidiana e i cantieri attraverso gli attrezzi, gli abiti, le polene e i trabaccoli. All’epoca sono stati molti i pesaresi che hanno affiancato Washington Patrignani nel progetto: Renato Bertini, Umberto Spadoni, Floro e Gaetano Gennari, Giuseppe Ortolani, Paolo Pompei, Dino Rondolini. 

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