Vuole portarsi l'amante a casa per il lockdown, la compagna non vuole e lui la minaccia e maltratta

Un'udienza in tribunale
Un'udienza in tribunale
di Luigi Benelli
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Giovedì 18 Marzo 2021, 01:30

PESARO - Lei ha 74 anni, lui 50. Una differenza di età importante e una storia di amore che sconfina nei maltrattamenti e finisce per due volte a palazzo di giustizia. Dopo una prima condanna confermata anche in sede di appello, oggi davanti al Gup di Pesaro un altro capitolo della storia tra i due pesaresi.

Bisogna fare un passo indietro quando l’uomo era stato accolto a casa della donna, entrambi coinvolti nella relazione amorosa. Qui è spuntato anche un testamento della anziana nei confronti del 50enne che poi la signora ha revocato durante il primo processo.

La liaison è durata poco tanto che l’uomo ha persino portato la sua amante in casa, pretendendo che la donna lasciasse loro la propria camera da letto per far posto alla nuova coppia. Di qui una serie di minacce e maltrattamenti che hanno portato al primo processo chiuso con la condanna a 1 anno e 6 mesi dell’imputato. Tutto finito? No. Durante il lockdown l’ex sarebbe tornato alla carica in quanto la sua residenza era ancora nell’abitazione della 70enne. L’accusa è grave, quella di atti persecutori. Secondo le indagini avrebbe più volte molestato la signora. In una circostanza avrebbe suonato il campanello con insistenza fino a farsi aprire. Una volta in casa avrebbe frugato nei cassetti in cerca di oro e preziosi invocando il diritto di poter vivere lì dentro. Il tutto mentre avrebbe minacciato la signora, alternando insulti a frasi in ci le avrebbe rinnovato le sue dichiarazioni d’amore. Un cortocircuito che è andato avanti per altre settimane. In un altro momento avrebbe chiesto di poter rientrare in casa a vivere con la donna, il tutto accompagnato con minacce pesanti. Poi altre richieste condite da espressioni violente e offese. 

Fatti ripetuti che avrebbero causato nella anziana un grave stato di turbamento e ansia, ma anche sensazioni di smarrimento e terrore manifestato anche fisicamente con conati di vomito. Minacce che avrebbero richiamato, nella mente della signora, i maltrattamenti e le violenze subite durante il primo caso in cui l’uomo era finito a giudizio. Ieri la signora si è costituita parte civile tramite l’avvocato Christian Guidi. Anche Gens Nova, associazione a tutela delle vittime di violenza e di soprusi, tramite l’avvocato Rosa Conti, ha richiesto di potersi costituire parte civile per tutelare l’anziana che oggi ha un amministratore di sostegno per tutelarla da eventuali pretese. Da parte dell’imputato c’è stata la richiesta di patteggiamento che il pubblico ministero ha condizionato a un risarcimento alla parte civile. L’udienza è stata aggiornata.
 

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