Mamme contro la Regione: «Il reparto materno infantile del San Salvatore non si tocca»

Mamme contro la Regione: «Il reparto materno infantile del San Salvatore non si tocca»
Mamme contro la Regione: «Il reparto materno infantile del San Salvatore non si tocca»
di Thomas Delbianco
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Lunedì 18 Settembre 2023, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 20 Settembre, 07:27

PESARO - Tante mamme, ma anche di papà, con figli e passeggini al seguito si sono trovati ieri mattina in piazzale Lazzarini a manifestare per non toccare il reparto materno-infantile dell’ospedale San Salvatore, mischiandosi tra l’altro in un curioso connubio con chi si trovava in coda da ore all’ingresso del teatro Rossini per rinnovare l’abbonamento della stagione di prosa. Un sit-in familiare ma deciso con tanti cartelli esplicativi: “Siamo i profughi della sanità”, “Serietà nella sanità”, “Basta giocare con i soldi dei contribuenti”, o ancora, “Pesaro fondamentale contro l’emigrazione in Romagna”.

Il tiro delle mamme comunque si è alzato: non sono più sufficienti le rassicurazioni che i reparti di Pediatria e Ostetricia-Ginecologia (servizi compresi) non saranno trasferiti al Santa Croce di Fano, ma i genitori chiedono garanzie sulla Palazzina F, la struttura rinnovata nel 2015 che, stante alle ipotesi che si rincorrono, potrebbe ospitare prossimamente Ematologia, il Centro trapianti del midollo osseo e Oncologia trasferiti da Muraglia. 


Il piano sarebbe quello di realizzare al piano terra i laboratori di Oncologia ed Ematologia, al primo piano accorpare in un unico piano i reparti di Pediatria, Ostetricia e Ginecologia («Finirebbero in un corridoio, una cosa fuori dal mondo» rintuzzano le mamme), mentre al secondo piano andrebbe l’Oncologia, spostando la Medicina nella palazzina dove c’era una volta Neurologia.

Infine, al terzo piano finirebbe l’Ematologia. «Ci devono spiegare perchè tanto accanimento contro Pesaro e la Palazzina F - rimarca Debora Bardeggia a nome del gruppo dei genitori che ha organizzato la manifestazione - Siamo la terza città delle Marche, abbiamo un bacino superiore a 100mila abitanti e dovremmo poter contare su un servizio garantito, invece dal Covid in poi sono tre anni che non fanno altro che trasferire, ripristinare, modificare, pianificare, accorpare. Ma questo è un gioco delle tre carte, e per di più si gioca sulla pelle di tutti noi e soprattutto dei bambini. Per questo in assenza di garanzie e ogni volta che qualcuno continuerà a soffiare sul fuoco noi torneremo in piazza a farci sentire. Non molliamo». 


Ieri mattina, a differenza della manifestazione di fine agosto, il presidio non aveva bandiere politiche anche se erano presenti diversi esponenti del Pd tra cui il segretario comunale Giampiero Bellucci e il consigliere regionale Andrea Biancani («Siamo venuti solo su invito, oggi il palco è loro»). Il timore di fondo è che sia «tutta una manovra per spingere le donne a partorire a Fano di modo che a fine anno il numero dei parti del Santa Croce sia superiore a quelli del San Salvatore di Pesaro. In una pianificazione sanitaria sono cifre che contano, ma forse dalla Regione non sanno che l’alternativa è di spingere verso Rimini e la Romagna».


Il nodo è legato al progetto del nuovo ospedale di Muraglia, un progetto più volte annunciato dalla Regione Marche ma che ancora non c’è. «Non abbiamo nemmeno un piano di fattibilità - si accalorano le mamme - il che vuol dire che i tempi sono ancora dilatati. Del nuovo ospedale se ne riparlerà fra qualche anno, però nel frattempo si mettono le mani avanti e si comincia a giocare a tetris: un pezzo qua e un incastro là. Cosa vuol dire? Che vogliono prenderci per sfinimento? Cerchiamo di usare il buon senso. Facciamo che prima vediamo il progetto e poi si stabilisce cosa e come spostare. Ma senza toccare il reparto materno-infantile».

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