Imprenditori e associazione Confindustria segnalano l’aumento dei prezzi e la situazione d’incertezza: «Edilizia traino della ripresa, ora rischiamo la paralisi»

Imprenditori e associazione Confindustria segnalano l’aumento dei prezzi e la situazione d’incertezza: «Edilizia traino della ripresa, ora rischiamo la paralisi»
Imprenditori e associazione Confindustria segnalano l’aumento dei prezzi e la situazione d’incertezza: «Edilizia traino della ripresa, ora rischiamo la paralisi»
di Letizia Francesconi
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Lunedì 25 Aprile 2022, 08:40

PESARO  - Il grande affanno delle imprese del settore edile nel privato o nel pubblico che sia, è evidente anche sul territorio Pesarese. Al problema dei prezzi arrivati alle stelle per il reperimento in tempi stretti di materie prime e materiali di cantiere si aggiunge anche la difficoltà per diverse nostre imprese, di dover affrontare non solo costi elevati ma anche problemi di cassa per anticipare pagamenti ai propri fornitori, a prezzi molto superiori di quelli preventivati. 


E così anche l’allarme lanciato con un post social dal sindaco Matteo Ricci il 22 aprile scorso, fotografa esattamente la situazione altalenante delle imprese dell’edilizia.

A confermarlo sono Michele Matteucci presidente Cna Pesaro-Urbino, Marco Rossi imprenditore e costruttore edile, e Rodolfo Brandi alla guida di Ance provinciale. Il forte aumento dei prezzi sta rendendo in questo momento l’organizzazione dei cantieri instabile e in alcuni casi con cantieri in stallo. L’analisi: ad oggi nella nostra provincia, secondo l’ultima stima Ance costruttori, le denunce di inizio per nuovi lavori (Dnl) presentate alla Cassa Edile, sono circa 1500 di cui 318 sono pratiche relative ai soli lavori pubblici con importi superiori ai 70 mila euro.

«Proprio il settore edile, che ha spinto la forte ripartenza nel 2021 – entra nel merito Rodolfo Brandi - rischia di bloccarsi completamente, soprattutto per il rincaro speculativo delle materie prime. Si tratta di una situazione molto complessa in particolare se prendiamo come riferimento gli appalti pubblici, che in questo caso parte dalla revisione dei prezzari regionali, ormai obsoleti e non più in linea con il mercato». 


«La guerra Russia-Ucraina ha fatto e sta facendo il resto. Su tutti un esempio, con il costo del ferro da costruzione, che è aumentato di oltre il 200 per cento, considerando che il 60 per cento delle forniture proveniva proprio dall’Ucraina». Marco Rossi, imprenditore della Rossi Costruzioni e Restauri con all’attivo in questo momento una decina di cantieri edili fra bonus e ristrutturazioni, sparsi fra Pesaro e le Marche, ben conosce la situazione di difficoltà. «L’allarme lanciato solo pochi giorni fa dal sindaco Ricci sul fatto che sia quasi più conveniente per le imprese il bonus 110 per cento nel privato, piuttosto che l’appalto pubblico, corrisponde più che mai al vero. Basti pensare, che dovevo iniziare dei lavori di ristrutturazione e invece per mancanza di materiale, che ancora dev’essere consegnato, non posso proseguire gli interventi in quel cantiere. Significa che in questo momento la maggior parte dei cantieri edili aperti ha rallentamenti e ritardi anche di tre, quattro mesi e in alcuni casi oltre rispetto alla consegna stabilita».


E poi c’è il problema delle gare di appalto nel settore pubblico. «Non solo diverse imprese non partecipano a tutt’oggi – prosegue Rossi - ma altre che risultano aggiudicatarie si trovano a fare i conti con un prezzario aggiornato negli ultimi quattro mesi, che per progetti con gestazione lunga soprattutto se pubblici, si sono trovate prezzi cambiati e tutti al rialzo, e così rinunciano. È più o meno questo quello che è accaduto di recente anche per il Comune di Pesaro, dove in uno degli ultimi appalti per l’edilizia scolastica diverse delle imprese prima partecipanti,


«Il rischio – riferiscono anche Matteucci, presidente provinciale Cna e Fausto Baldarelli responsabile di settore - è che si generi un effetto domino. Ecco perché ad oggi ci sono numerose imprese dell’edilizia in genere, che non possono assicurare la chiusura dei cantieri avviati o prendere ulteriori commesse, proprio per la difficoltà di reperimento o per colpa dei prezzi schizzati di alcuni materiali da costruzione. Si sta parlando di un cambio dei prezzi che viene comunicato ormai ogni 15 giorni nell’ordine di un 15-20 per cento in più. Le ultime segnalazioni arrivate riguardano il calcestruzzo, materiale isolante e di rivestimento».

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