Guido Porcellini, il doping e l'assoluzione: «Il calvario è finito, torno a lavorare e riprendo il mio posto nel mondo»

Guido Porcellini, il doping e l'assoluzione: «Il calvario è finito, torno a lavorare e riprendo il mio posto nel mondo»
Guido Porcellini, il doping e l'assoluzione: «Il calvario è finito, torno a lavorare e riprendo il mio posto nel mondo»
di Camilla Cataldo
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Sabato 16 Aprile 2022, 09:20

PESARO  - Una liberazione. Alla fine, dopo anni e anni di accuse, battaglie, cadute e risalite, il medico pesarese Guido Porcellini rialza la testa. E’ stato «un lungo calvario», ma i processi che riguardavano il suo campo professionale sono finalmente terminati. 


«Il mio assistito è sempre stato assolto quando le imputazioni riguardavano la sua attività di medico, dimostrando la correttezza dell’operato. I campi ancora aperti sono a livello personale, con ex moglie ed ex compagna. Per il resto, Porcellini ha messo insieme assoluzioni a Rimini, Mantova e Pesaro dalle accuse di doping fino all’ultima “paziente non paziente” di pochi giorni fa. Ad oggi non ha procedimenti pendenti in primo grado, i due di cui parlavo sopra sono tra Appello e Cassazione. Sono circa cinque anni che non colleziona denunce», spiega il suo legale, l’avvocato Francesco Manetti, che conclude: «Conosco Porcellini dai tempi dell’Università e sono contento di aver riscattato una parte della sua onorabilità. Infine, un piccolo rimpianto: è interessante notare che chi ha proseguito la lotta contro la squalifica della giustizia sportiva come ha fatto Magnini, è stato poi assolto al Tas di Losanna. Noi ci siamo fermati perché sarebbe stato troppo impegnativo per Guido. Magari sarebbe andata bene…». 

Porcellini è sollevato: «Non ho rancori verso nessuno, sto bene, ricomincio a lavorare. Mi riprendo il mio posto nel mondo. Ho avuto momenti di sconforto e fatica, ora vedo la luce». Il dottore ci ha scritto: «Si è finalmente chiusa una parte importante della mia vita. Non entrerò in merito alla legittimità dei processi e delle relative assoluzioni (tante!), ma vorrei dire un paio di cose sulla mia vicenda umana. Sono stati otto anni durissimi con un accanimento nei miei confronti difficile da riscontrare in altre vicende giudiziarie. Per otto anni mi sono dovuto difendere (e qui va il mio enorme ringraziamento all’avvocato Francesco Manetti) da accuse infamanti verso la mia persona e la mia professionalità. Ora faccio notare che “tutte” le accuse verso la professione sono cadute con assoluzioni di ogni tipo e questo mi rincuora per il futuro ma lo stress, la fatica, lo scoramento di certi periodi non saranno facili da metabolizzare. Ho dovuto usare praticamente tutta l’eredità lasciatami dai miei genitori per pagare l’enorme cumulo di spese, compensare i giorni di lavoro non fatti, mantenere me e i miei tre figli in questi anni».

Porcellini aggiunge e termina: «Su una cosa vorrei porre l’attenzione: ho affrontato tutto questo percorso con il supporto dei miei amici che si sono rivelati un bene prezioso fondamentale e con l’affetto dei miei tantissimi pazienti che non hanno mai dubitato della mia correttezza e competenza in ambito umano e professionale.

Se sono qui a riprendere fiato, lo devo a loro e all’enorme dose di amore ricevuta dalla mia compagna Cesarina Zinetti. In ogni occasione mi ha supportato, dato forza, protetto e sostenuto. Questi otto anni mi hanno fatto capire che il bene dato in passato sarà sempre uno scudo contro il male, l’invidia le vessazioni. E’ l’unico appiglio che si ha in certi momenti, ma è anche l’unica cosa per cui valga la pena vivere. Agli amici dedico questo enorme “grazie”». 

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