PESARO I torrenti della nostra provincia si stanno trasformando in trappole mortali per i pesci e al momento sono gli stadi di vita giovanili i più esposti alla micidiale secca provocata dalla lunghissima siccità. C’è molto da fare per le guardie volontarie di Fipsas, la federazione dei pescatori sportivi, che sono già intervenute un paio di volte con elettro-storditori e vasche ossigenate per salvare trote, barbi, cavedani e altra fauna ittica tipica delle nostre zone.
Il salvataggio dei pesci
Decine e decine di chili, pesci che altrimenti sarebbero stati condannati alla morte per asfissia.
Gli interventi di salvataggio
Per le guardie volontarie di Fipsas l’emergenza estiva è cominciata nella prima decade di luglio: «Siamo intervenuti con elettro-storditori e vasche ossigenate nell’alto Bevano, dove circa cinquanta giovani trote in difficoltà sono state prelevate e rilasciate più a valle», spiega Tontini. Venerdì scorso il secondo intervento, sempre lungo il Bevano. Almeno settanta trote sono state recuperate e restituite allo stesso corso d’acqua poco prima di Cantiano. Prossima tappa sarà il torrente Biscubio ad Apecchio. Anche là una situazione assai problematica a causa di questa asfissiante siccità estiva. «In precedenza – specifica il presidente Soriani – sono stati effettuati anche altri interventi di recupero, resi però necessari dalla concomitanza con alcuni ripristini degli argini». È stato il caso del torrente Tenetra, dove i volontari hanno prelevato trote e scazzoni (Cottus gobio il nome scientifico), pesci di abitudini notturne che popolano i torrenti del nostro Appennino e che non superano i 15 centimetri di lunghezza. Inconfondibili per la livrea mimetica e per la grossa testa, sono considerati un indicatore di qualità, perché rifuggono l’acqua inquinata. Un altro analogo intervento sul Candigliano ha invece riguardato barbi e cavedani. Segnali preoccupanti, infine, anche dal torrente Cinisco. Previsto a giorni un sopralluogo sul Cesano.