PESARO - Ex Bramante sempre più vetusto mentre il degrado sta avanzando inesorabilmente e il suo destino è sempre più nebuloso: nel frattempo a tre anni dalla chiusura di tutti gli uffici, mentre ancora si aspetta un compratore, cadono pezzi di cornicione sul marciapiede, tanto che l’area ha dovuto essere transennata. Ed è andata bene che in quel momento non transitasse nessuno. Ma è chiaro che è un segnale di cui si dovrà tenere conto: senza manutenzione e cura, essendo lo stabile chiuso da tempo, non è escluso che certi episodi non possano ricapitare. Ieri mattina, intorno alle 10, lungo via Don Minzoni, poco dopo l’incrocio con largo Aldo Moro, c’erano due agenti della polizia locale davanti all’ex Bramante, intervenuti in seguito alla segnalazione del crollo di calcinacci dalla parte superiore del complesso.
Caduti sul marciapiedi
I pezzi che si erano distaccati erano tutti sul marciapiede, a ridosso della frequentatissima pista ciclabile, in una porzione di spazio transitabile quotidianamente da pedoni e ciclisti, che è stata subito transennata per evitare che qualcuno si avvicinasse troppo, considerato che c’era il rischio di altri cedimenti a sorpresa.
Cercasi dunque un acquirente. Cosa più facile a dirsi che a farsi. Da questo punto di vista, gli ultimi movimenti risalgono a inizio anno, quando l’Università degli studi Link, ateneo privato con sedi a Roma e a Napoli, si era interessata ad acquisire il complesso per ospitare le sue proposte di corsi, tra cui Medicina e Chirurgia e Scienze della Formazione Primaria. Ma non se n’è fatto nulla. L’ex Bramante, ricordiamolo, come originaria destinazione aveva proprio quella di sede scolastica, considerato che fino al 1984, quasi 40 anni fa, ospitava gli istituti superiori tecnico commerciale Bramante e geometri Genga.
La proprietà oggi è di Cassa Depositi e Prestiti, per la precisione del Fondo Investimenti per la valorizzazione (comparto Extra) che l’acquistò dalla Provincia al prezzo di 4,5 milioni di euro. Attualmente figura tra i beni in cerca di investitori della Cdp Real Asset Sgr, la società del Gruppo Cdp che poggia su quattro linee di intervento tra cui la riqualificazione di ex immobili pubblici. L’operazione di recupero del complesso di Largo Aldo Moro, che ha un valore tra i 30 e 40 milioni di euro, per una superficie lorda di oltre 10mila metri quadrati è collegata, attraverso quelli che saranno gli oneri di urbanizzazione dei nuovi proprietari, alla riqualificazione dell’area circostante. Ma chi è disposto a scommettere su un investimento di tale portata?
Gli interessamenti
Nel corso degli anni sono stati diversi gli interessamenti, su tutti quello che sembrava essere più concreto, il fondo di privati coordinato dall’immobiliarista locale William Guerra. Poi l’operazione saltò. L’ex Bramante ha una destinazione con la possibilità di creare il piano terra commerciale. E nella parte superiore, residenziale e servizi. Non è esclusa anche l’ipotesi di un albergo. La proprietà dovrà riservare mille metri quadrati per il pubblico. Poco più di tre anni fa, il 30 giugno 2020, l’ultimo trasloco, liberando completamente l’ex Bramante, con l’uscita dell’ufficio Anagrafe di via Don Minzoni. In precedenza, avevano già lasciato la struttura, gli uffici dell’Urbanistica, la micropiscina e le associazioni.
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