Pesaro, diffamazione su Facebook per un cane ucciso: chiesti 8 mesi per l'assessore Enzo Belloni

Pesaro, diffamazione su Facebook per un cane ucciso: chiesti 8 mesi per l'assessore Belloni
Pesaro, diffamazione su Facebook per un cane ucciso: chiesti 8 mesi per l'assessore Belloni
di Luigi Benelli
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Martedì 5 Dicembre 2023, 02:10 - Ultimo aggiornamento: 6 Dicembre, 07:05

PESARO - Diffamazione su Facebook, chiesti 8 mesi di condanna per l’assessore Enzo Belloni. E un anno per la donna che risulta co-imputata. Il caso risale al dicembre del 2020 quando Zoe, un pitbull di un anno, fu ucciso con due colpi di fucile in testa a Granarola di Gradara. Il cacciatore aveva raccontato di essere a caccia con tre amici e tre cani, due springer e un pincher. E di aver subito l’attacco del pitbull (10 giorni di prognosi per le ferite alla mano). Un altro cacciatore aveva sparato un colpo in aria per spaventarlo, ma il cane aveva puntato alla gola dello springer. Di qui lo sparo al pitbull e la denuncia ai carabinieri. 


Il tam tam

Un caso però rimbalzato sui social, con una ridda di commenti, tra cui quelli dei proprietari del cane.  «Un cacciatore, pensando potesse essere un pericolo per lui, l’ha giustiziata.

Come si fa a guardare negli occhi un’anima innocente e tirargli un colpo in testa». Il cacciatore finì a processo per aver ucciso il pitbull, ma fu archiviato. Ma i commenti sui social hanno portato a giudizio per diffamazione sette persone. 


Tra queste anche l’assessore Enzo Belloni, che scrisse su Facebook: «Uomo di m.., c’è ancora chi giustifica simili monnezze». L’amministratore ha scelto di proseguire il dibattimento per dimostrare la sua innocenza. Una signora ha risarcito la vittima degli insulti con 700 euro e ha chiuso il conto. Altri quattro hanno preferito il rito abbreviato. E recentemente sono stati tutti assolti. A vario titolo scrissero frasi come «figlio di p…», «un maledetto l’ha ammazzata, essere immondo». 


E ancora: «Assassino, l’uomo peggiore che esista», «verme pezzente, la colpa è tua». E anche: «E’ possibile rendere pubblico il nome dell’autore di questa atrocità». Ieri il pubblico ministero ha chiesto 8 mesi di condanna per l’assessore Belloni. Il suo difensore Gherardo Saragoni Lunghi ha chiesto l’assoluzione piena perché il fatto non sussiste e in subordine perché il fatto non costituisce reato per esercizio del diritto di critica. La co-imputata è accusata anche di minacce per la frase: «Spero gli succeda qualcosa già stanotte». Il pm ha chiesto 1 anno di condanna. Il suo avvocato Simone De Marco ha sottolineato che non poteva esserci minaccia un quanto non poteva dipendere dalla sua volontà il brutto accadimento. Commenti che avevano portato il cacciatore a sporgere querela, tutelato in sede civile dall’avvocato Roberto Brunelli che ha chiesto 10 mila euro di risarcimento. Il 15 gennaio la sentenza. 

L’effetto individuazione

Per quanto riguarda l’assoluzione degli altri quattro imputati il discrimine potrebbe essere nel fatto che gli insulti e le minacce non erano rivolte a una persona con nome e cognome, ma a un cacciatore generico, individuabile solo da una stretta cerchia di protagonisti.

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