Pesaro, Busetto dice basta al latte
bio: «Furti e crisi, è insostenibile»

Andrea Busetto
Andrea Busetto
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Mercoledì 1 Marzo 2017, 10:49
PESARO - Un grido di allarme: Andrea Busetto vuole smettere di produrre il suo latte di qualità che tanto allieta palato e salute. La solidarietà dei seguaci su Facebook e l’aiuto di alcuni esperti gli hanno fatto, per il momento, cambiare idea.
«Ho riflettuto a lungo su quanto fatto nell’ultimo anno e mezzo, in cui mi sono molto impegnato per diffondere la cultura di un “latte buono”. Speravo che in molti volessero premiare chi alleva al pascolo, bio, senza antibiotici né ogm. Solo in pochissimi mi hanno dato fiducia. Sono troppo piccoli i volumi perché i conti tornino», ha scritto nei giorni scorsi l’esperto e appassionato allevatore in un momento di sconforto. Ha anche aggiunto: «Continuo a non capire come mai, tra le molte gelaterie “artigianali” (ma quando mai, latte industriale e polverine quasi tutti) non ve ne sia stata qualcuna che abbia avuto la curiosità di provare un gelato diverso o, i bar, di preparare un cappuccino diverso. A queste condizioni non ha senso continuare così. Da domani proveremo una variazione radicale nell’offerta. Forse gelato bio, solo yogurt e formaggi».
«L’altro giorno mi ha telefonato una signora – racconta Andrea Busetto – riempiendomi di complimenti e rendendomi partecipe della sua disperazione. Mi sono messo a piangere per la commozione, ma non faccio pari… I ritmi e lo stress sono forti, ci ho rimesso tanti soldi. I miei distributori in zona sono stati scassinati 53 volte in cinque anni e nel 2010 li ho chiusi. Una volta vendevamo duemila litri di latte al giorno e ora, ogni volta che qualcuno cerca di affermare i principi di giustizia, arrivano i siluri. Il mio sogno è mettermi da parte e dare la possibilità a qualche disoccupato di gestire un allenamento sostenibile». Eppure una speranza c’è. «Si sono offerti di aiutarmi gratuitamente un paio di contatti, Omnia Comunicazione di Fano e Marco Magi, un risk manager. Resisterò una-due settimane e vedremo se verrà fuori qualcosa».
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