I resti più antichi di Pesaro invasi da erbacce, sporcizia e ruggine: proteste e segnalazioni per il nucleo piceno vicino alla scuola Don Gaudiano

I resti più antichi di Pesaro invasi da erbacce, sporcizia e ruggine: proteste e segnalazioni per il nucleo piceno vicino alla scuola Don Gaudiano
I resti più antichi di Pesaro invasi da erbacce, sporcizia e ruggine: proteste e segnalazioni per il nucleo piceno vicino alla scuola Don Gaudiano
di Letizia Francesconi
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Martedì 26 Marzo 2024, 02:50 - Ultimo aggiornamento: 18:31

PESARO - Per qualcuno è solo un vecchissimo muro vicino alla scuola media Don Gaudiano, invece si tratta di ciò che rimane della cinta muraria della colonia Julia Felix Pisaurum fondata nel 184 a.C. e, sotto la gabbia arrugginita, sono visibili i resti di una capanna picena del VI-IV secolo a.C., al momento il più antico insediamento locale.

Un patrimonio storico da valorizzare ma nel tratto terminale di via delle Galigarie impera da anni il degrado: erbacce e incuria ovunque nonostante la buona volontà di qualcuno che a livello di volontariato ci prova a tener pulito raccogliendo anche la sporcizia dei bivacchi notturni.

Impresa ardua

Ma è un’impresa ardua anche perchè la buona volontà e l’impegno ad personam non bastano: contro rovi, ortiche, piante infestanti e scale arrugginite occorre un intervento più sistematico, organizzato e periodico.

In soldoni serve che le istituzioni e gli enti pubblici si facciano carico della manutenzione. Puntualmente le segnalazioni sullo stato di abbandono di quell’angolo del centro storico tornano come la marea, ma nell’anno della Capitale della cultura con attrazioni come la Biosfera a poche decine di metri il contrasto stride soprattutto in ottica turistica e all’indomani del successo delle giornate del Fai con le loro code e il tutto esaurito.

Dopo le ultime lamentele che con immagini impietose sono diventate virale sui social è Fratelli d’Italia che con Serena Boresta, coordinatrice comunale e consigliera d’opposizione del quartiere centro, e Daniele Malandrino, consigliere comunale, provano a stanare l’Amministrazione comunale che a stretto giro fa sapere che il tutto è di competenza della Soprintendenza anche se un’apertura alla valorizzazione c’è e sta, come rimarca il vicesindaco e assessore alla Bellezza Daniele Vimini, tra le pieghe del piano Pinqua che prevede zone del centro storico da riqualificare sotto il profilo della qualità dell’abitare, tra cui c’è anche via Mazza che con via delle Galigarie fa angolo.

«Il centro di Pesaro - argomentano Serena Boresta e Daniele Malandrino - ospita le più antiche case picene divenute rovine fantasma, a pochi passi dal museo archeologico Oliveriano. Sono le più antiche case pesaresi, eppure le fondazioni delle capanne picene, lungi dall’essere inserite in un percorso archeo-didattico insieme ai resti delle mura romane, versano in completo stato di abbandono: nessun pannello illustrativo, nessuna indicazione, sommerse da erbacce e rifiuti, ingabbiate in una recinzione arrugginita. Un contesto che suscita un profondo senso di abbandono e che stride nell’anno della Capitale della cultura».

Spiega a questo proposito il vicesindaco Daniele Vimini: «La capanna picena è di competenza demaniale e riguarda la Soprintendenza. Anni fa fu il Ministero a individuare come soluzione di protezione per gli antichi resti la gabbia in ferro che tuttora ingloba le rovine. Va da sé che dopo diverso tempo, senza manutenzione minima da parte dell’ente competente, lo stato di conservazione ne risente. Negli ultimi anni ricordiamo che in quell’area è stata riqualificato, grazie ad un intervento privato, una parte del piazzale che dà su via Mazza, ma resta il fatto che per tutto il resto del perimetro va trovata una soluzione, indipendentemente da chi deve occuparsi della gestione delle mura e dei manufatti archeologici. Per questo occorre spingere per far rientrare dentro ai piani e ai finanziamenti sulla qualità dell’abitare (Pinqua) un progetto mirato alla creazione di un’area verde nella zona della brutta e ammalorata scala».

«Le antiche case picene - replicano Boresta e Malandrino - sono solo un esempio del degrado e dell’incuria in cui versa il nostro patrimonio storico artistico e FdI da anni lo sta segnalando chiedendo una doverosa attenzione a ciò che rappresenta la storia e la cultura della nostra città, da Rocca Costanza alla sepolta Domus romana in piazzale Matteotti nascosta per incapacità, agli Orti Giulii, al San Benedetto, ai mosaici del Duomo e tanto altro».

La valorizzazione

«È compito di chi amministra una città - concludono – mettere in risalto e valorizzare le bellezze storiche e artistiche. Ancor più oggi che Pesaro ha conseguito il riconoscimento Capitale della Cultura: il rispetto dei luoghi e il rispetto dei suoi abitanti sono parti integranti della cultura e a maggior ragione quando quei luoghi raccontano la nostra storia e rappresentano la nostra identità».

Per Fratelli d’Italia una possibilità di valorizzazione potrebbe venire dall’intercettare finanziamenti anche Europei volti a proteggere e restaurare «queste testimonianze della storia e dell’identità cittadina che non possono cadere nell’oblio».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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