Appalto nuovo ospedale di Pesaro, il dado è tratto. «Muraglia, la sanità non diventi un ring»

Appalto nuovo ospedale di Pesaro, il dado è tratto. «Muraglia, la sanità non diventi un ring»
Appalto nuovo ospedale di Pesaro, il dado è tratto. «Muraglia, la sanità non diventi un ring»
di Miléna Bonaparte
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Lunedì 28 Agosto 2023, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 13:33

PESARO «È un errore trasformare la sanità in un ring e nello strumento per una velleitaria rivincita elettorale, creando allarmismi. I reparti di Pediatria e Ginecologia di Pesaro non si toccano. E rispondiamo con i fatti alle preoccupazioni per i traslochi da Muraglia in vista del nuovo ospedale».


Non si torna indietro

Replica corale prima sul metodo, quindi nel merito da parte dei gruppi di Lega, Prima c’è Pesaro, Fratelli d’Italia e Misto del centrodestra in consiglio comunale alla volta delle contestazioni sulla politica sanitaria regionale («vogliamo vedere il progetto di Muraglia, no allo spezzettamento del polo psichiatrico, nessun trasloco del Materno Infantile a Fano») emerse durante il sit-in di sabato al San Salvatore, promosso dal Pd e 5 Stelle.

Una presa di posizione, quella degli 8 esponenti di minoranza, rafforzata dalle anticipazioni rilasciate a Corriere Adriatico dall’assessore regionale all’Edilizia sanitaria Francesco Baldelli, esponente di FdI, sull’avvio delle procedure per l’appalto integrato del progetto esecutivo e dei lavori nella location del nuovo ospedale di Pesaro.

A Muraglia, insomma, il dado è tratto e l’agognato confine verso il cantiere, dopo la gara da chiudere entro il 30 settembre 2024, ormai è stato varcato. Entro il 31 dicembre 2024 l’avvio delle opere e per il 2027 vedrà la luce il presidio sanitario da 400 posti letto di via Lombroso. «Un messaggio arrivato forte e chiaro», commentava ieri Dario Andreolli, condividendo il pensiero dei colleghi Andrea Marchionni e Francesco Totaro della Lega, Emanuele Gambini e Giulia Marchionni di Prima c’è Pesaro, Daniele Malandrino di Fratelli d’Italia e Michele Redaelli e Giovanni Dallasta del Gruppo misto. «Erano noti a tutti, anche a coloro che adesso fingono di non sapere e protestano strumentalmente di fronte a ogni ipotesi - mette in evidenza l’opposizione -, i disagi per i pazienti, le famiglie e soprattutto i medici e gli operatori legati allo spostamento dei reparti dall’attuale presidio di Muraglia che verrà abbattuto, insieme al centro della salute mentale, per fare largo al nuovo ospedale. La città non può pagare le responsabilità di una scelta imposta da Ricci, Biancani e dal Pd su Muraglia, la soluzione più critica e problematica. Ma va chiarito che le nostre obiezioni sulla localizzazione non sono mai state pregiudiziali, ma legate solo alla consapevolezza di queste difficoltà oggettive da affrontare serenamente». Si cerca di puntare su concretezza e buon senso. 

La riorganizzazione

«È normale che in una logica di riorganizzazione dovuta alla necessità di creare spazi idonei per il trasferimento dei reparti da Muraglia vengano prese in esame tutte le circostanze. Ma un conto sono le ipotesi, un conto i fatti. La volontà del centrodestra regionale e locale ha portato solo pochi mesi fa al ripristino dei servizi di Pediatria e Ginecologia. Ora non si torna indietro. Non c’è pertanto la minima volontà di tagliare nessun servizio sia nell’ospedale di Pesaro sia a Muraglia, anzi si cerca di realizzare un’attenta e meticolosa valutazione di tutte le strategie proprio per non operare scelte drastiche». 

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