Pesaro, Gargoyle sparito dal Duomo di Milano, l’antiquario dal Gup: rischia le accuse di ricettazione e traffico d’arte

Pesaro, Gargoyle sparito dal Duomo di Milano, l’antiquario dal Gup: rischie le accuse di ricettazione e traffico d’arte
Pesaro, Gargoyle sparito dal Duomo di Milano, l’antiquario dal Gup: rischie le accuse di ricettazione e traffico d’arte
di Miléna Bonaparte
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Giovedì 14 Dicembre 2023, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 15 Dicembre, 07:13

PESARO - Appare sereno e ha anche voglia di scherzare l’antiquario Giancarlo Ciaroni, 71 anni, che dirige insieme alla famiglia la galleria “Altomani and sons” con sedi a Pesaro e Milano, alla vigilia dell’udienza preliminare fissata dalla Procura di Milano per domani, nella quale il giudice si esprimerà sulla richiesta di rinvio a giudizio del noto collezionista, accusato di ricettazione ed esportazione illecita di beni culturali.

Ripercorrendo le tappe

Al centro della vicenda un drago alato in marmo di Candoglia che si era staccato dalle guglie del Duomo meneghino durante la guerra nel ‘43 e che, dopo un dedalo di passaggi di proprietà e indagini in mezza Europa, ne è stata segnalata di recente la presenza in Olanda poi, circa un anno fa, i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale lo hanno individuato in un capannone di Ciaroni a Montecchio di Vallefoglia.

«Mi sto preparando alla fiera Tefaf di Maastricht 2024, che aprirà in preview il 7 e l’8 marzo, spero proprio che nel frattempo non finisca in gattabuia - afferma ironico l’antiquario -.

La mia sarà una delle dieci gallerie al mondo, su 270 partecipanti, che darà corpo alla nuova sezione dedicata a specifici periodi e temi storici. Curerò una monografia su Giovan Battista Salvi, detto il Sassoferrato».

Il procedimento per il doccione o gargolla, una voluminosa figura grottesca di 370 chili, era stato convocato per il 6 ottobre, ma di fatto non si è svolto, ed è stato aggiornato al 15 dicembre. «La Procura di Milano ha chiesto il mio rinvio a giudizio - spiega Ciaroni -, ma alla prima udienza la giudice ha ritenuto opportuno fermarsi per analizzare la vicenda in maniera più appprofondita. Le ho fornito documenti e memorie che ha ritenuto interessanti e si è presa una pausa di riflessione». Ora il prezioso dragone è tornato alla Veneranda fabbrica del Duomo di Milano, i carabinieri lo hanno prelevato dal deposito a fine novembre.

«Ma sono stato io ad avvisarli - ribadisce l’antiquario -, prima ho tenuto la scultura nel garage di casa, poi nel mio capannone di Vallefoglia. Immediato l’avviso ai carabinieri e alle Belle arti che potevano venire a prenderlo. Del resto l’ho riportato in Italia a mie spese dall’Olanda dove, sempre pagando personalmente, l’ho fatto restaurare. Quindi vorrei essere almeno rimborsato della spesa per l’acquisto, 28mila euro, anche se il suo valore attuale è di oltre 300mila euro». Secondo la ricostruzione degli inquirenti, che accusano il collezionista di ricettazione ed esportazione illecita, Ciaroni voleva piazzare il doccione alla fiera di Maastricht. Dopo il distacco dal Duomo durante la guerra sarebbe stato trafugato. Non se n’è saputo più niente finché, tra l’aprile 2018 e il febbraio 2019, ne sono riapparse notizie quando Ciaroni ha presentato all’ufficio esportazioni due richieste di libera circolazione, dicendo che il pezzo era un esemplare di arte Nord europea e non che apparteneva all’ente ecclesiastico di Milano.

La segnalazione

Il “gargoyle” è stato quindi segnalato in una bottega olandese da dove, dopo il restauro, il mercante d’arte, che lo aveva comperato a Brescia nel 2017 da una non chiara provenienza, si era proposto di venderlo alla fiera di Maastricht.

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