PESARO - Sono oltre 150 le firme raccolte in due giorni dagli ambulanti del Mercato delle erbe tra la clientela e i residenti del centro per conservare la loro storica location al San Domenico. Ma non c’è solo il dilemma della sede temporanea e di quella definitiva per le bancarelle sfrattate dall’ex convento sul tavolo dell’assemblea di oggi alle 14 in Comune tra gli ambulanti, l’assessore alle Attività economiche Francesca Frenquellucci e i rappresentanti delle associazioni di categoria Confesercenti e Confcommercio.
Uno dei nodi è anche, e soprattutto, capire chi si accollerà le spese dei tre anni di affitto per il nuovo locale dove provvisoriamente gli operatori dovranno traslocare per lasciare libera la piazzetta entro settembre, quando arriveranno i ponteggi dei lavori di ristrutturazione del San Domenico.
La scelta
La scelta della sede temporanea sembra essersi concentrata su alcuni locali sfitti di proprietà privata che ospitavano degli istituti di credito, in via San Francesco, sotto l’hotel Mamiani e in via Curiel angolo via Branca. Il Comune è in attesa di risposte per capire la disponibilità dei titolari a dare in affitto gli stabili, ma sembra di capire che l’amministrazione conti molto sull’operazione, dal momento che sarebbe anche l’opportunità per valorizzare l’immagine e il decoro del centro storico.
«Ma chi paga? Non ci sono dubbi, le spese spettano al Comune, sia l’affitto, sia l’allestimento degli ambienti da mettere a disposizione per tutto il periodo dei lavori - afferma Davide Ippaso, responsabile sindacale di Confesercenti Pesaro Urbino -. Ritengo che si debba arrivare a un accordo con i proprietari dell’ex banca, per verificare se accettano un ”pro bono publico”, ovvero la possibilità di realizzare un’iniziativa intrapresa nell’interesse generale della comunità, guadagnando non tantissimo, ma il minimo indispensabile per dare la possibilità a questi commercianti di continuare a lavorare. In caso contrario i locali rimarrebbero sfitti, quindi piuttosto che non ricavare alcunché i proprietari dovrebbero favorevolmente aderire all’iniziativa non tanto per fare cassa, quanto per offrire un doppio servizio alla cittadinanza. Si aiuterebbero degli operatori a conservare la loro storica e tradizionale attività in centro e si porrebbe rimedio all’allarmante degrado diffuso».
E in assemblea diranno la loro i sei venditori, 3 di frutta e verdura, una fioraia, un ambulante di formaggi e salumi, e il panettiere, che vogliono anche conoscere meglio il progetto di ristrutturazione del San Domenico per capire se c’è la possibilità di tornare nell’attuale piazzetta delle Erbe, come loro desiderano. Proprio per questo è stata avviata la raccolta di firme tra la clientela e i residenti. La tabella di marcia della ristrutturazione fissa al 30 luglio il termine per l’appalto dei lavori, al 30 settembre 2024 la tappa intermedia entro la quale il Comune deve aver realizzato almeno il 30% delle opere e infine al 31 marzo 2026 lo step conclusivo per il certificato di collaudo.
Il futuro complesso rimesso a nuovo ospiterà un campus universitario, un polo per le attività culturali, uffici, negozi e una piazzetta dove potrebbero tornare alla base gli ambulanti. Sulla road map gli uffici tecnici delle opere pubbliche informano che il Comune ha affidato l’incarico per la verifica dei progetti definitivi, elaborati dallo studio Canali associati di Parma per conto della Fondazione Cassa di Risparmio, che ha ceduto all’amministrazione la parte del San Domenico affacciata su via Giordano Bruno insieme al piano di restyling, finanziato a proprie spese.